AGI – Le donne, i giovani, gli anziani, gli stili di vita ma anche la politica e il business. Com’è cambiata l’Italia negli ultimi trent’anni? E, soprattutto, chi ha avuto un ruolo primario nel modificarla? Se lo chiede Antonio Noto nel suo ultimo libro, edito da Rubbettino. Sfogliando il pamphlet salta agli occhi subito un grande merito: l’autore non è rimasto ostaggio dei numeri, benché sia un sociologo che analizza le scelte degli italiani e che da tempo le illustra in Tv.
“Chi ha cambiato l’Italia? – Politica o economia: chi c’è dietro le grandi trasformazioni della società negli ultimi 30 anni” ha anche un’altra qualità: spiega le nostre evoluzioni – non tutte positive – con un linguaggio semplice e scorrevole. Caratteristica che ne fa un testo per tutti.
Nella prima parte, Noto dedica la sua attenzione alla condizione femminile. Le donne sono più istruite degli uomini, il loro impegno aumenta anche nelle materie scientifiche, eppure continuano a scontare uno svantaggio di genere. Il sociologo richiama la premier Giorgia Meloni e la segretaria del primo partito di opposizione, Elly Schlein. Si concentra anche su chi racconta la politica in Tv: sono sempre di più le giornaliste.
Poi riflette: “Se le crisi economiche degli anni ’90 e del 2010 hanno intaccato maggiormente settori maschili, riducendo di conseguenza, anche se in minima parte, il gap di genere, con la pandemia invece la riduzione maggiore di occupazione si è registrata proprio fra le donne, facendo ampliare considerevolmente il divario”.
Colpa, innanzitutto, della debolezza della rete di assistenza alla famiglia a causa del lockdown per limitare il contagio da Covid. “Molte si sono trovate di nuovo di fronte alla scelta spesso obbligata tra lavoro e famiglia, prova che sull’occupazione femminile a pesare sono stereotipi di genere e mancanza di servizi adeguati di welfare”.
Importante anche l’analisi sulle famiglie: nel nostro paese una su tre è composta da una sola persona. Dunque, come sono oggi gli italiani rispetto a trent’anni fa? Più connessi ma più soli, quasi sempre in diretta sui Social eppure più lenti.
Nella seconda parte, Noto ricostruisce stili di vita e consumi: negli anni ’70 e ’80 erano “identitari e legati a logiche di appartenenza politica”.
Negli anni Novanta la nascita della Seconda Repubblica, dopo il terremoto di tangentopoli, ha cambiato radicalmente il contesto. Infine il M5s (2009) ha rotto l’equilibrio bipolare. “Il venir meno del riferimento dell’appartenenza ha lasciato campo libero al marketing consumer nell’influenzare i consumi e indurre nuovi bisogni” spiega Noto.
Nella terza parte del libro il sociologo riflette su “come nasce il cambiamento” e prende in esame le riforme sul tavolo e, soprattutto, il Pnrr, guardando all’inclusione sociale, che resta l’obiettivo principale del piano europeo ma anche un tema centrale per il marketing politico. Infine, un auspicio che allo stesso tempo suona come un appello: “Al futuro dobbiamo lavorare tutti, assieme” ma, avverte Noto, “il primo passo tocca alla politica”.
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