
ALEXANDER POHL / NURPHOTO
Auto della polizia
“Ho dolore alle mani, credo di averla strangolata. Ricordo che stavamo litigando perché non riusciamo a risolvere i nostri problemi”. Sono alcuni passi della confessione shock di Francesco D’Angelo, il 37 enne di San Severo fermato dalla polizia con l’accusa di aver ucciso la fidanzata Roberta Perillo, di 32 anni.
L’omicidio è avvenuto nell’abitazione della vittima, in via Rodi. Il corpo della donna è stato trovato nella vasca da bagno, proprio dove il fidanzato aveva indicato agli agenti della questura di Foggia dove si è presentato dopo il delitto. Sentito dal sostituto procuratore D’Angelo, figlio di un noto medico, è apparso molto confuso e al magistrato ha ribadito, più volte, di non ricordare molto di ieri pomeriggio.
Una confessione interrotta dal pianto. I due, stando ad una prima ricostruzione, si frequentavano da circa due mesi. Ieri pomeriggio avrebbero litigato per questioni personali: l’uomo avrebbe minacciato che si sarebbe gettato dal balcone e lei lo ha fermato. Poi la donna le avrebbe detto che “lui non l’aiutava a risolvere i loro problemi”. Da quel momento D’Angelo ha un vuoto di memoria: non ricorda più nulla se non l’immagine della donna nella vasca da bagno senza vita e lui che provava a rianimarla. Non ricorda di averla strangolata ma lo pensa per via del dolore alle mani.
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