“La ‘pattona’, una mole di lamiera di 17 per 12 metri foderata di stoffe in amianto, posizionata tra il palcoscenico e la sala, a ogni suo movimento rilasciava le fibre di amianto che si disperdevano in sala e in buca all’orchestra”. Stando un dossier, curato dalle associazioni e dai familiari dei lavoratori e presentato alla stampa a margine del processo a carico di 5 ex dirigenti del Teatro alla Scala (tra cui l’ex sovrintendente Carlo Fontana), era questo “l’oggetto con maggior concentramento di fibra” all’interno di uno dei simboli di Milano. Gli imputati sono accusati di omicidio colposo in relazione alla morte di nove lavoratori, tra cui un macchinista, una cantante lirica e un siparista, esposti alla sostanza cancerogena dagli anni 1970/80 in poi.
La ‘pattona’, viene spiegato nello studio, “è crollata durante una prova di scena nel 1992 ed è stata dismessa in modo grezzo con forbicioni e flessibili, senza misure di prevenzione per i lavoratori”. Ma l’amianto, stando al dossier firmato anche dal ‘Comitato ambiente salute Teatro alla Scala’, sarebbe stato ovunque: sul palcoscenico, nelle sale delle prove del coro, nelle coperte che venivano usate in sala per evitare il pericolo di incendio del legno e delle stoffe decorative, nei condotti di aspirazione e ventilazione del palcoscenico. Oggi in aula è stato chiamato a deporre l’esperto di parte civile, Enzo Merle, già direttore del Registro Mesoteliomi della Regione Veneto, epidemiologo e tra i massimi esperti in materia. Nel novembre del 2016, nell’ambito di questa inchiesta, sono stati prosciolti in udienza preliminare 4 ex sindaci di Milano, Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Giampiero Borghini e Marco Formentini.