Cronaca

Cosa resta della spiaggia di Roccella Ionica dopo il Jova Beach Party

Una spiaggia ampia e accogliente ma, soprattutto, pulita; così si presenta il tratto di costa del piccolo comune calabrese di Roccella che ha ospitato il Jova Beach Party il 12 e 13 agosto. A testimoniare che l’evento itinerante architettato da Jovanotti effettivamente non crea quel catastrofico impatto ambientale che in tanti imputano al cantautore è proprio il primo cittadino Vittorio Zito, che in mattinata ha rilasciato una nota nella quale parla del JBP come di una “Straordinaria esperienza”.

Nei giorni scorsi era stata documentata con un video anche la pulizia della spiaggia, oltre allo scheletro del palco in via di smontaggio si scorgeva perfino un uomo che setacciava la sabbia con un metal detector, intento a rimuovere fino all’ultimo accenno di passaggio umano.

Un’operazione riuscita alla perfezione, tanto che il sindaco di Roccella ha deciso oggi di schierarsi apertamente dalla parte di Jovanotti: “La spiaggia, come aveva garantito l’organizzazione del concerto, è tornata alla libera fruizione più pulita di come era prima. L’idea di fare una festa con 30.000 persone sul litorale è tecnicamente e amministrativamente possibile e non contrasta con nessuna delle norme che regolano l’uso dell’arenile nel nostro Paese”.

Ma non solo, Zito ne approfitta anche per rispondere al professor Mario Tozzi, geologo che qualche giorno fa, tramite una lettera aperta pubblicata su La Stampa, aveva invitato Jovanotti a ripensare il suo progetto, affinché non diventasse un’abitudine quella di organizzare concerti insostenibili per l’ambiente sulle nostre coste. Scrive Zito: “Come tutti gli altri colleghi Sindaci, al contrario di quanto afferma Tozzi, non avrei mai autorizzato lo svolgimento della manifestazione in violazione di norme che tutelano il tratto di spiaggia interessata. Anche, con tutto il rispetto dovuto, in assenza della consulenza scientifica del WWF, che serve certamente alla organizzazione del concerto per fare le cose al meglio, mettendo in campo azioni ulteriori rispetto a quelle previste per legge. Ma che non rappresenta un baluardo di legalità contro Sindaci “che avrebbero in ogni caso autorizzato l’evento”. Dare questa idea dei Sindaci come novelli Attila pronti a devastare il territorio è francamente vecchia e irricevibile”.

spiaggia Roccella Ionica dopo Jova Beach Party
La spiaggia di Roccella Ionica dopo il Jova Beach Party

Il sindaco di Roccella prosegue poi con le spiegazioni: “E’ fuori di dubbio che il JBP2022 porta certamente con sé innegabili e indiscutibili vantaggi per le comunità che lo ospitano, generando un indotto economico rilevantissimo. E in termini di sostenibilità ambientale, chiarito una volta per tutte che non si svolge in area protetta o di particolare interesse naturalistico e che su quella spiaggia non ha mai nidificato negli ultimi 20 anni nessuna caretta caretta o fratino, la questione non è se la manifestazione modifica o meno la spiaggia. La questione – continua Zito – è se queste modifiche siano tali da creare impatti irreversibili sull’ambiente interessato dall’evento. E le modifiche alla spiaggia che il JBP2022 apporta sono evidentemente reversibili”.

spiaggia Roccella Ionica dopo Jova Beach Party
La spiaggia di Roccella Ionica dopo il Jova Beach Party

Ma non solo, a questo punto il sindaco Zito decide di “soccorrere” Jovanotti, violentemente accusato sui social nelle ultime settimane da quelli che poi lo stesso cantautore, in un video pubblicato su Instagram, ha definito “nazi-ecologisti”: “Nulla, pertanto, impedisce di considerare sostenibile da un punto di vista ambientale l’evento. Nulla se non un approccio ideologico al tema, esasperando il quale non si realizzerebbe alcuno sviluppo sostenibile, perché la parola sviluppo, secondo questo approccio, sarebbe morta, sacrificata alla esasperazione del concetto di sostenibilità ambientale”.

Il sindaco Zito poi conclude la sua nota con l’ultima motivazione che lo ha spinto ad ospitare il Jova Beach Party e ad esserne anche molto soddisfatto: “Roccella è un piccolo paese di 6.400 anime nella Calabria Jonica. Siamo da 20 anni Bandiera Blu, abbiamo avuto riconosciute le 5 Vele di Legambiente fino a quando tale prestigioso riconoscimento è stato attribuito ai singoli Comuni e non ai comprensori, siamo da 10 anni Bandiera Verde per le spiagge a misura di bambino, facciamo il 75% di raccolta differenziata e le nostre spiagge sono per il 70% libere e per il 30% occupate da stabilimenti balneari. Credo, quindi, che la coscienza ecologica della comunità che rappresento possa difficilmente essere messa in discussione. Non siamo un caso unico – prosegue – in una regione che soffre oggettivamente della difficoltà a scardinare l’unica dimensione della sua narrazione, che è quella giudiziaria. Il JBP2022 è una straordinaria opportunità per farlo, per raccontare e far conoscere la Calabria che siamo, per far prendere coscienza a tutti noi della possibilità di guarire dalla sindrome di Cenerentola e prendere in mano il nostro futuro. Avremmo potuto farlo, come suggeriscono le associazioni ambientaliste, con un concerto di Jovanotti tenuto in uno stadio o in un’arena. Ma avremmo dovuto organizzarlo in Campania, perché in Calabria stadi e arene di questo tipo non ce ne sono”. E conclude: “Il JBP2022 è una idea eretica messa a terra molto bene. E come ci insegna la Storia è sulle idee eretiche che spesso si costruisce il progresso di una comunità”.

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