Olivier Morin / Afp
Imane Fadil, teste chiave nel processo Ruby
Nessuna traccia di radioattività nel corpo di Imane Fadil, la testimone dei processi Ruby, morta il 1 marzo scorso. E’ questo l’esito dei primi accertamenti condotti da un pool di consulenti disposti dalla Procura di Milano.
Gli esami sul corpo di Imane “escludono la presenza di radioattività“, si apprende da fonti qualificate. Cade così una delle tre ipotesi, quella di morte per avvelenamento da radioattività, ipotizzata per giustificare il decesso avvenuto dopo un mese di agonia alla clinica Humanitas.
Restano in piedi le altre due: avvelenamento da metalli pesanti oppure morte naturale per una malattia autoimmune.
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