Le ‘guardie civiche’ incaricate, tra le altre cose, di controllare la movida, “sarebbero dilettanti allo sbaraglio, privi di ogni esperienza, a rischio di un ‘vaffa’ o di legnate”. Non piace all’ex questore, prefetto e politico Achille Serra l’idea dei ‘guardiani’ delle disciplina dei cittadini in funzione anti-virus.
“Si mettono queste persone a repentaglio. Non hanno nessun potere – dice all’AGI – hanno una casacca addosso, vanno in mezzo alla movida di ragazzi pieni di birra e, se gli va bene, si pigliano qualche cattiva parola, se gli va male pure le botte”.
Serra non ritiene tuttavia che questa iniziativa del governo che mette a disposizione 60mila volontari da reclutare come assistenti civici sia offensiva per chi è chiamato di mestiere a far rispettare le regole. “Gli agenti non possono comunque arrivare dappertutto – spiega – hanno anche altri problemi, le scorte, i posti fissi, i delitti che continuano a esserci anche se ora passano in secondo piano. Non è che anche loro possono continuare a gestire questa situazione con pochi poteri perché vai in mezzo alla movida e rischi il linciaggio se fai una contravvenzione”.
L’unica strada per Serra è quella di “affidarsi all’intelligenza. Con la repressione non risolvi questo problema. Devi insistere e far capire i danni che si possono provocare e che se a ottobre si richiude andiamo falliti. E’ anche una forma di rispetto verso i morti.