Cronaca

Conciliare lavoro e salute. L’eterno dilemma di Taranto

ilva taranto inquinamento tumori

Agf

stabilimento Ilva, Taranto (agf) 

La denuncia fatta dall’Osservatorio nazionale dei consulenti del lavoro a proposito del primato di Taranto per i tumori riconducibili ad attività lavorativa, col 70 per cento dei casi sinora emersi collegati alle emissioni inquinanti dell’ex Ilva, ora Arcelor Mittal, e all’amianto – presente sia nel siderurgico che nell’industria navalmeccanica (Taranto è sede dell’Arsenale della Marina e in passato ha ospitato i cantieri navali), rilancia l’istituzione della Viias, la Valutazione integrata impatto ambientale e sanitario. E riaccende i riflettori su un problema che la città si porta dietro da anni: come conciliare la tutela della salute con la difesa del lavoro.

Un problema esploso nella sua drammaticità a luglio del 2012, quando con l’accusa di disastro ambientale l’allora gip Patrizia Todisco sequestrò gli impianti dell’area a caldo dell’Ilva. Sebbene Ispra e Arpa Puglia, nei loro recenti rapporti al sindaco di Taranto, abbiano evidenziato che nell’ultimo anno la qualità dell’aria non ha registrato peggioramenti, l’Asl Taranto assicurato – sempre al sindaco – che i tassi di ospedalizzazione sono in diminuzione, così come lo sono quelli dell’insorgenza dei tumori maligni (anche se Taranto continua ad avere medie più elevate rispetto al resto della provincia e alla Puglia) e Arcelor Mittal affermato che la produzione non è aumentata e le emissioni sono sotto controllo, sulla questione l’attenzione è comunque molto alta.

E i dati dell’Osservatorio dei consulenti del lavoro, accresceranno l’attenzione, tenuto conto che esiste un’area ambientalista che rivendica la chiusura dell’acciaieria e delle fonti inquinanti. In tal senso a Taranto sono ormai alle porte due manifestazioni: il concerto dell’1 Maggio indetto dai “Liberi e Pensanti”, da sempre attestati su chiusura della fabbrica, bonifica con impiego della manodopera e riconversione economica, e il raduno di vari movimenti antagonisti (No Tap, No Tav, Muos etc.) il 4 maggio davanti al siderurgico.

Il nodo della Viias

Nella sua visita del 24 aprile in Prefettura a Taranto, insieme ad altri quattro ministri (Costa per l’Ambiente, Grillo per la Salute, Lezzi per il Sud e Bonisoli per i Beni culturali), il vice premier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio, ha aperto all’introduzione della Viias, la Valutazione integrata impatto ambientale e sanitario. Una Valutazione che aiuti a capire preventivamente quali danni la produzione industriale, specie quella impattante come lo è la siderurgia, può generare sulla salute di lavoratori e cittadini. Questa richiesta della Viias é divenuta ormai insistente e a Taranto accomuna realtà ambientaliste, come Legambiente e Peacelink, ma anche l’arcivescovo Santoro, il governatore della Regione Puglia, Emiliano, e il sindaco di Taranto, Melucci.

Di Maio a Taranto ha ritenuto “giusta” la rivendicazione della Viias ed ha annunciato da parte dei ministri Grillo e Costa una modifica del decreto interministeriale del 2013, firmato da Balduzzi e Clini, allora responsabili, rispettivamente, dei dicasteri Salute e Ambiente, proprio per consentire l’applicazione della Viias. Su quando sarà fatta questa modifica, Di Maio non ha però fornito la tempistica.

Per Giorgio Assennato, ex direttore generale di Arpa Puglia, ospite di un dibattito promosso dal consigliere regionale pugliese Gianni Liviano, “la Valutazione integrata dell’impatto ambientale e sanitario (Viias) è l’unico strumento in grado di riconciliare la città e ricreare quell’unità che si è spezzata tra istituzioni e cittadini, evitando situazioni dove si fa a gara a chi la spara più grossa. Serve un nuovo fronte comune – ha detto Assennato, evocando una sorta di Altamarea bis, il movimento unitario ambientalista degli anni passati – che porti ad un documento programmatico da sottoporre all’attenzione del vicepremier e ministro Di Maio nel prossimo incontro già calendarizzato per il 24 giugno”.

“La Viias – ha aggiunto Assennato – può diventare il “grimaldello” per scassinare una porta chiusa a doppia, tripla e forse anche a quadrupla mandata. Uno strumento finora assente nelle varie Autorizzazioni integrate ambientali che si sono succedute nel tempo perché i vari ministri per l’Ambiente – ha ricordato Assennato – hanno sempre detto di no, non ritenendo opportuno prevederla, mentre la valutazione dei rischi ambientali e sanitari può far capire, dati scientifici alla mano, cosa può realmente accadere con l’incremento della produttività dello stabilimento ArcelorMittal e mettere nelle condizioni di adottare le giuste contromisure”. Infine per l’ex dg Arpa Puglia, “il sindaco  di Taranto può agire, norme alla mano, chiedendo la revisione dell’Aia perchè la valutazione integrata dell’impatto ambientale e sanitario venga inserita”.

Cosa cambia col decreto Crescita

Oltre alla Viias, c’è attesa per l’imminente pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale” del testo del decreto legge “Crescita”, approvato sere fa dal Consiglio dei ministri, dove un articolo è dedicato all’immunità penale Ilva. Immunità introdotta per commissari e acquirenti da una legge del 2015 molto contestata e ora modificata col dl “Crescita”. Adesso l’immunitá ha un limite temporale ravvicinato (il testo della norma circolato parla di fine giugno prossimo ma Di Maio a Taranto ha detto fine agosto 2019) ed è legata all’attuazione della sola Autorizzazione integrata ambientale per l’acciaieria e non anche alle altre norme in materia.

Infine il 7 maggio tutti i soggetti che si occupano di ambiente e sicurezza (dai commissari Ilva, giorni fa Di Maio ha nominato i tre nuovi, ad Arcelor Mittal, dall’Ispra all’Arpa, dall’Asl al commissario di Governo per la bonifica di Taranto) torneranno dal procuratore capo della Repubblica di Taranto, Capristo, per un nuovo punto di situazione e con report aggiornati dopo la prima riunione del 18 marzo. Capristo ha infatti annunciato che tutti i programmi di risanamento ambientale, soprattutto nei tempi di attuazione, adesso saranno anche sotto la supervisione degli uffici della Procura. 

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it.

Se invece volete rivelare informazioni su questa o altre storie, potete scriverci su Italialeaks, piattaforma progettata per contattare la nostra redazione in modo completamente anonimo.

Post simili: