Cronaca

Come rinfrescare una casa con le piante. Intervista a Stefano Boeri 

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In questo caldissimo luglio l’oggetto del desiderio è sicuramente il condizionatore. E poco importa se gli esperti raccomandano di pulire periodicamente i filtri, di impostare la temperatura interna massimo 4-5 gradi in meno rispetto a quella esterna e di non dormire con l’aria condizionata che secca le mucose. Con il caldo torrido, di fronte a un telecomando o un ventilatore crolla ogni buon proposito. Ma è possibile rinfrescare le case in un modo più ‘genuino’? Sì, basta avere un ottimo pollice verde. La soluzione è nelle piante, posizionate ad arte e scelte con cura in modo da farci guadagnare qualche grado in meno. Come lo spiega all’Agi Stefano Boeri, archistar e autore del famoso Bosco Verticale di Milano.

Architetto, è possibile climatizzare un edificio o un appartamento con le piante?

“In un certo senso è possibile. In estate, le chiome delle piante riescono a garantire un forte ombreggiamento naturale, che aiuta a ridurre in modo drastico (fino al 30%) i consumi dell’energia impiegata per raffrescare l’interno degli appartamenti. Inoltre gli alberi e le piante regolano il microclima locale, riducendo l’umidità. Non si tratta dunque propriamente di climatizzare ma di contribuire a diminuire l’utilizzo, e dunque il costo energetico, degli impianti di climatizzazione. Al contrario, in inverno, gli alberi caducifoglie perdono la chioma e lasciano passare la luce naturale all’interno degli appartamenti”. 

Quali sono le più indicate?

“Lavoriamo sempre con un team di botanici che selezionano, in base al contesto climatico in cui nasce ogni Bosco Verticale, le piante più adatte. Gli alberi, prima di essere piantati nei balconi del Bosco Verticale, vengono testati nella galleria del vento per mettere alla prova la loro resistenza e crescono per due anni una apposita nursery, in cui si abituano a sviluppare le radici all’interno dei vasi. La scelta delle essenze dipende dal contesto, dalle condizioni microclimatiche locali e dall’esposizione delle facciate: in base all’irraggiamento gli alberi vengono selezionati in base al momento della loro fioritura, garantendo così un effetto cangiate dai diversi punti di vista e nei diversi momenti dell’anno”.

Quanti gradi centigradi in meno si otterrebbero?       

“Nello specifico, a livello urbano la presenza di piante e alberi in città, oltre ai numerosi vantaggi a livello sociale e ambientale, permette di contrastare il fenomeno delle isole di calore, riducendo la temperatura nell’area circostante di circa 2-4° C. Mentre negli edifici con importante presenza di piante e alberi, la presenza della vegetazione diminuisce di anche 20- 30° C la temperatura sulle facciate esterne”.

E’ una tecnica utilizzata da molto tempo?

“Il Bosco Verticale di Milano è stato il primo esperimento in questa direzione e, grazie alla ricerca che si è resa necessaria nella progettazione, i risultati oggi sono particolarmente interessanti in termini di qualità dell’aria, riduzione dell’inquinamento sonoro e regolazione del microclima”.

Quali controindicazioni (se ce ne sono)?

“Più che controindicazioni, c’è una serie di fattori da tenere in considerazione, molto diversi rispetto ai temi dell’architettura a cui siamo abituati: una serie di sfide che è stato necessario affrontare nelle prime fase della progettazione, dalla questione strutturale e impiantistica, fino agli aspetti normativi hanno richiesto un importante investimento nella ricerca. Grazie al risultato positivo del primo esperimento, siamo in grado oggi di intervenire in altri contesti con il modello di Bosco Verticale, riducendone i costi di costruzione e di gestione”.

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