Mirco Toniolo / Agf
I lavori di costruzione del Mose nel 2005
Il Mose (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è una complessa opera ingegneristica che separa la laguna di Venezia dal Mare Adriatico scongiurando alluvioni durante l’alta marea. Una volta ultimato, dovrebbe essere composto complessivamente da 78 paratoie mobili installate nelle tre bocche di porto lagunari: Lido, Malamocco e Chioggia.
I lavori per la sua realizzazione sono cominciati nel 2003, quando era presidente del Consiglio Berlusconi. Nel 2014, il Consorzio Venezia Nuova (Cvn) – concessionario del ministero delle Infrastrutture per la realizzazione dei lavori – è stato commissariato dallo Stato, visto che vari suoi membri erano stati coinvolti dalle indagini della magistratura per aver ricevuto fondi illeciti e avevano patteggiato la pena. Da allora si sono succeduti diversi commissari, ma torniamo alla dichiarazione del ministro dell’Interno.
Durante l’audizione alla Camera del 26 luglio 2018 l’ingegner Francesco Ossola, amministratore straordinario del Cnv, aveva infatti dichiarato (min. 01:01) che “ad oggi, sono completate le opere per una percentuale del 93 per cento”.
L’opera è stata pensata negli anni ’80 per difendere Venezia e la sua laguna dall’acqua alta superiore ai 110 centimetri. Il sistema di dighe mobili, la cui realizzazione è stata autorizzata dal ‘Comitatone’ del 3 aprile 2003 e i cui lavori sono partiti lo stesso anno a opera del Consorzio Venezia Nuova, che operava per conto del Magistrato delle Acque di Venezia, emanazione del ministero delle Infrastrutture.
Il 12 ottobre 2014, alla bocca di porto del Lido-Treporti, una delle tre che permettono l’ingresso in laguna, furono per la prima volta sollevate quattro delle 78 paratie che dovranno difendere la città grazie a un un meccanismo fatto di cassoni di alloggiamento in cemento armato, cerniere e, appunto, paratie. Il costo complessivo dell’opera è di qausi 7 miliardi di euro e avrebbe dovuto essere completata entro il 2016.
Al sistema idraulico di paratie mobili che stanno appoggiate invisibili sul fondo delle bocche di porto e si alzano con l’alta marea, riempite diaria compressa si affianca la sede operativa all’Arsenale, che già dal 2012 è in grado di fornire previsioni sul meteo e sulle maree con un anticipo di 3 giorni.
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