
AGF
Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth
Scendono in campo i “principi del foro” per la difesa di Finnegan Elder Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due 19enni californiani detenuti a Regina Coeli per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
I familiari del primo ragazzo, accusato materialmente di aver sferrato le 11 coltellate che hanno ucciso il militare, hanno nominato Roberto Capra e Renato Borzone. Il primo, torinese di 47 anni e autore di un ‘legal thriller’ di successo, è avvocato penalista dal 1999 ed è stato segretario della Camera penale del Piemonte occidentale e alla Valle d’Aosta nel biennio 2006/2008.
E’ stato tra i 350 giuristi firmatari di un appello contro le condizioni inumane e degradanti delle nostre carceri e faceva parte della squadra dei ‘sognatori ragionevoli’ (contrari alla deriva mediatica del processo e pronti a risollevare l’avvocatura tutta da una crisi di credibilità) guidata dal candidato presidente Renato Borzone, 61 anni, la cui lista è stata battuta per appena 27 voti al Congresso di Sorrento del 2018 da quella capitanata da Giandomenico Caiazza che ha ereditato da Beniamino Migliucci la guida dell’Unione delle Camere penali italiane.
Borzone, storico difensore dell’imprenditore Flavio Carboni, è stato presidente della Camera penale di Roma dal 2002 al 2006, dopo avere rivestito le cariche di segretario e vice presidente, ha guidato l’Osservatorio sull’informazione giudiziaria dell’Ucpi di cui ha ricoperto varie cariche nazionali. E stato anche il coordinatore del gruppo di lavoro della Camera penale capitolina che nel maggio 2001 ha pubblicato il libro bianco “Barriere di Vetro” che descrive la condizione dei detenuti sottoposti al 41 bis e che ha dato corso alle prime iniziative per la difesa dei diritti civili dei detenuti su questo argomento.
La famiglia di Hjorth ha invece nominato come difensore Francesco Petrelli, ex vicepresidente della Camera penale di Roma ed ex segretario della giunta Migliucci, da sempre impegnato a combattere le criticità del nostro sistema giudiziario, dall’abuso della custodia cautelare alla mediatizzazione del dibattimento, a suo dire dovute alla mancanza di un giudice terzo.
Nella veste di difensore del carabiniere Francesco Tedesco, che in corte d’assise come imputato ha chiamato in causa due colleghi dell’Arma per il pestaggio subito in caserma da Stefano Cucchi, Petrelli è stato accusato di recente da un penalista, cui era legato da un saldo rapporto di amicizia, “di inconfessabili accordi con la procura in cambio di una derubricazione del reato per il suo assistito”.
La Giunta dell’Unione delle Camere penali gli ha manifestato però la totale “solidarieta’ e ammirazione” per aver adottato “scelta processuale più che legittima” e aver “doverosamente garantito il più rigoroso segreto professionale, neppure immaginando di poterlo sacrificare in nome dell’amicizia o della colleganza tra avvocati”.
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