“A oggi non abbiamo la certezza che uno o più passeggeri atterrati stamattina a Roma da Wuhan non siano stati infettati dal nuovo coronavirus e che non svilupperanno la malattia dopo qualche giorno di permanenza qui in Italia”. Lo ha detto all’AGI il virologo Roberto Burioni. “Il problema è che noi di questo virus non sappiamo davvero nulla”, precisa.
“Non sappiamo quanto sia realmente contagioso perché non abbiamo i dati; non sappiamo per quanto tempo una persona rimane contagiosa né tantomeno il periodo di incubazione; non sappiamo quanto l’infezione sia grave; non sappiamo se le persone decedute erano affette da altre patologie; e così via”, spiega Burioni. “Allo stesso modo non sappiamo se tra le persone arrivate oggi a Fiumicino ce ne è qualcuna che poi svilupperà i sintomi della malattia“, aggiunge. Difficile anche fare ipotesi. “È sbagliato paragonare questo coronavirus ad altri noti per fare ipotesi sui tempi di incubazione”, sottolinea l’esperto.
“Semplicemente perché questo è un coronavirus del tutto nuovo. Azzardando possiamo immaginare che abbia un periodo di incubazione di qualche giorno. Se il periodo di incubazione – continua – fosse di 5 giorni è possibile che dall’aereo di stamattina sia sceso qualcuno che è infetto”. Per Burioni, in ogni caso, il nostro paese non avrebbe potuto agire diversamente da come ha già fatto. “Più di questo l’Italia non poteva fare”, sottolinea.
“Purtroppo dalla Cina ci arrivano troppe poche informazioni esplicite e si fa fatica da qui a capire la gravità della situazione: hanno preso un provvedimento forte, blindando una città che ha più abitanti del Belgio, Wuhan. Ma solo qualche giorno prima – conclude – hanno organizzato un banchetto per 20mila persone per superare il guinness dei primati per i piatti serviti. Difficile quindi capire come stanno davvero le cose”. virologo
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