Miguel SCHINCARIOL / AFP
Cesare Battisti
A Cananeia tutti lo conoscono. Lui è Cesare Battisti, ricercato dalla magistratura italiana che lo ha condannato a quattro ergastoli e da 36 anni gli dà la caccia in giro per il mondo, soprattutto in Brasile dove ha goduto della protezione dei governi socialisti. Ma ora che Luis Ignacio Lula da Silva, eroe e simbolo del partito dei lavoratori, è in carcere e il nuovo presidente è il leader dell’ultradestra Jair Bolsonaro, Battisti è sparito. Da domenica, giorno delle elezioni.
In un servizio dalla cittadina brasiliana in cui l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo si era rifugiato, il quotidiano La Stampa racconta dell’auto grigia posteggiata davanti alla villetta che si è fatto costruire nel quartiere di Carijo, a cinque minuti dal centro, ma anche del fatto che in questo quartiere residenziale Bolsonaro ha preso il 115 voti e Fernando Haddad, candidato della sinistra, solo 59. E che in tutta la città il divario è stato lo stesso: 4.197 contro 1.944.
Ma che ne è stato di Battisti? “Era preoccupato” raccontano nel bar che frequentava. E aveva ragione di esserlo: Bolsonaro ha sempre detto che uno dei suoi primi atti sarebbe stata l’estradizione del terrorista e il figlio del neo-presidente aveva risposto a un tweet di Salvini anticipandogli un ‘regalo’ dal Brasile.
Un vicino di casa che fa il vigilante notturno ha raccontato che ultimamente c’è stato molto movimento: una coppia straniera con un bambino. Dalla descrizione dovrebbe essere Valentine, la figlia maggiore di Battisti, che oggi ha 33 anni e fino ad ora era venuta solo due volte a visitarlo in Brasile. Un meccanico che frequenta abitualmente casa Battisti ammette di aver votato Bolsonaro in odio al Pt ma avverte: “Non chiedetemi dove sia Battisti, scopritelo da soli”.
Al baretto dove compra le ricariche telefoniche almeno due volte a settimana non lo vedono da dieci giorni. Al tribunale di Cananeia il direttore Anderson Nascimento conferma che su di lui non c’è nessuna misura cautelare in vigore. “Il braccialetto elettronico è stato tolto in aprile, il mese dopo è caduto anche l’obbligo di firma una volta al mese”. Facce sorprese al commissariato della Policia Civil, dove non sapevano nemmeno che avesse traslocato. All’ambasciata italiana confermano che Battisti non può uscire dal Brasile, ma che è libero di circolare in tutto il Paese. E dato il momento politico, le autorità brasiliane sono state allertate sul rischio di fuga, ma a Cananeia nessuno ha notato la presenza di una sorveglianza particolare.
Il caso Battisti è all’esame di un giudice della Corte suprema, Luis Fux, ma è possibile che sia troppo tardi. E gli amici del quartiere raccontano due versione diverse: secondo alcuni era arrabbiato per l’elezione di Bolsonaro “e preoccupato per il suo futuro”; secondo altri sarebbe “pronto ad affrontare le conseguenze, stanco di scappare”.
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