AGI – La classifica definitiva ufficiale dei libri più venduti in Italia nel 2023, aggiornata al 31 gennaio, è stata diffusa dall’Associazione Italiana Editori nella sua ultima analisi realizzata con Nielsen BookScan e IE Informazioni Editoriali. A commentarla titolo per titolo l’AGI ha invitato uno scrittore che al talento ha unito la profonda preparazione, dotandosi di una visione analitica raffinata da anni di militanza nella critica letteraria: Paolo Di Paolo.
Partiamo dal n.1 del 2023: ‘Spare – Il minore’ del Principe Harry, edito da Mondadori.
Negli ultimi anni si è affermata una tendenza forte al premiare storie vere ed in particolare autobiografiche. In questo caso si tratta di quella di un personaggio internazionale, un principe ribelle la cui fama si inserisce in un orizzonte vivace anche dal punto di vista del gossip. Il libro è scritto molto bene dallo stesso autore di ‘Open’ di Agassi e riesce a portare a maturazione quasi letteraria quella che sarebbe una semplice confessione o un atto di sfida. Tramite la penna di Moehringer, la vicenda diventa quella universale di un ragazzo che vive un trauma e per ragioni imprevedibili si allontana dalle sue sicurezze a dal suo ruolo sociale. Si entra nell’immaginario globale con la chiave tutta italiana, cui accennavo, della fame di vite vere. Non si tratta di auto fiction, ma della richiesta dei lettori di aver sul piatto carne ed ossa dell’autore. Vale la pena di notare, ed è stato già fatto da altri, che è come se la finzione avesse ormai il fiato corto.
Al numero 2 si posiziona ‘La portalettere’ di Francesca Giannone, Casa Editrice Nord.
Altro libro che si inserisce in una tendenza, quella della lettura di testi dalla narrazione complessa e ad ampio respiro capaci di far vibrare le corde interiori. I meccanismi appassionanti sono da feuilleton nobile ed il congegno funziona come una serie tv, suscitando attese e aspettative. Grandi personaggi femminili su un fondale legato al passato: una sorta di evoluzione del romanzo storico in cui troneggia la figura di una donna.
La terza posizione se la aggiudica ‘Dammi mille baci’di Tillie Cole, edito da Always Publishing.
Qui parliamo di vero e proprio genere. Nella fattispecie il Romance, ormai esploso, che come il Fantasy abbiamo imparato a conoscere grazie alla sua presa sul pubblico giovane. Mutuato dal gusto americano, in Italia è stato portato al successo da scrittrici sotto pseudonimo come Felicia Kingsley ed Erin Doom. Molto interessante il fatto che Cole sia stata pubblicata da una piccola casa editrice salernitana. Il Romance è un segmento della commedia, o tragicommedia sentimentale, dove la posta in gioco è una storia d’amore tormentata, con un personaggio maschile complicato e perturbante con lampi di negatività. Si tratta di amore epico irto di ostacoli, secondo uno schema rigido in cui non conta molto lo stile. Si riproduce un archetipo fisso, molto legato a lettori under 25.
‘Tre ciotole’ di Michela Murgia, pubblicato da Mondadori, è quarto
È il lascito ultimo di un’intellettuale di spicco, al cui lavoro la molla dolorosa della morte ha fornito ulteriore energia attrattiva. Murgia ha costruito un legame con un pubblico vasto e trasversale, non sempre abituato alla lettura, ma collegato al suo attivismo. Il libro attraversa la dimensione della malattia con grande forza di sguardo, suscitando commozione profonda. Da parte dei lettori si torna a quella ricerca della vita vera di cui dicevo, per un’opera cui l’autrice fornisce un impianto intellettuale.
Al quinto posto troviamo ‘Il mondo al contrario’ di Roberto Vannacci, auto pubblicato e poi edito da Il Cerchio
La variabile impazzita. C’è sempre stato nella storia recente un libro estraneo ad ogni canone, una carta matta imprevedibile che arriva dove non la attendi. O per passaparola o perché intercetta un umore che davvero esiste nella società, toccando un nervo e raccogliendo una domanda. In quanto autoprodotto, questo libro costituisce un precedente interessante: il suo iniziale successo in e-commerce è stato superiore a quello in libreria. A lungo fisicamente invisibile, ha mangiato spazio e attratto pubblico non tradizionale. Chi ha comprato Vannacci lo sentiva diventare un programma politico, la forma scritta di idee circolanti nel Paese. Confuso e reazionario, ma autodeterminato, il libro ha una componente di populismo intellettuale che rende l’idea di intemperanza e coraggio, dando di gomito a una platea che vuole seguire l’autore nella sua battaglia: un manifesto autarchico che parla fuori dagli schemi.
‘La vita intima’ di Niccolò Ammaniti, pubblicato da Einaudi, è sesto.
Un sospiro di sollievo, una garanzia. Il ritorno di uno scrittore da 30 anni sulla scena, di un narratore puro nato per raccontare, anche al cinema e in forma di serie tv. E’ bello che ai primi posti vi sia una proposta letteraria, come bella è la fedeltà di un pubblico lo attende. Ammaniti non pubblica spesso, ma i lettori sono cresciuti con lui e sempre pronti a ritrovarlo. In questo caso dimostra capacità oggettiva di intercettare l’aria del tempo, ci dice molto di come stiamo al mondo: ci parla di essere e apparire. Un libro felice.
‘Come d’aria’ di Ada D’Adamo, edito da Elliot, si attesta in settima posizione.
Era una scrittrice debuttante, un’artista laterale al mondo letterario perché impegnata in altri campi espressivi. Ci ha dato una storia dolorosa, che ha vinto il più importante premio italiano. Dallo slancio dello Strega e dalla potenza emotiva della vicenda narrata nasce il successo. È un libro insostenibile per quanto fa male, ma possiede una grande forza, priva di retorica, di ricatto e di vittimismo Una voce che ha colpito. Ed in qualche modo si inserisce nel trend della fame di vite vere di cui dicevamo prima.
All’ottavo posto ecco ‘Le armi della luce’ di Ken Follett, pubblicato da Mondadori.
Follett è come Wilbur Smith: più che autori sono brand che scegli a scatola chiusa. Parliamo di uno scrittore capace di costruire architetture complesse che affronta il romanzo storico con grande perizia. Ma si tratta di intrattenimento, se pur di livello: acquistare Follett è come acquistare un capo di abbigliamento di marca. Funziona, ma non sorprende.
‘Tutto è qui per te’ di Fabio Volo, edito da Mondadori, è in nona posizione.
Anche Volo è in qualche modo un brand: da ormai 20 anni conserva un pubblico raccontando a chi ha fiducia nella sua trasparenza i cambiamenti dell’età. A questo autore dalla grande platea va riconosciuto di aver lavorato sempre con onestà, senza mai vendersi per ciò che non è o era. Resta un amico che ti racconta pezzi della sua vita, ponendoti gli interrogativi che ci si pone affrontando certe tappe dell’esistenza. Chi lo compra forse è suo coetaneo: nei fatti Volo ha fatto crescere e maturare con sé un pezzo di ‘lettorato italiano’. Va apprezzato che nonostante lo snobismo della critica lui abbia continuato a fare ciò che voleva: raccontare storie. Come Ammaniti ha un patto di fedeltà con la sua gente.
Al decimo posto c’è ‘Quando eravamo i padroni del mondo – Roma: l’impero infinito’ di Aldo Cazzullo, edito da HarperCollins Italia.
La divulgazione storica ha sempre avuto fortuna editoriale. Una fetta di lettori chiede ai giornalisti di esplicare in questo campo la propria non comune capacità narrativa. In questo caso il titolo fa la differenza: ‘Quando eravamo i padroni del mondo’ racconta una storia lontana che può essere proiettata sulle domande del presente. Risponde a una fame di passato che alcuni italiani vogliono interrogare e capire. Siamo nel solco di Montanelli, Gervaso, Biagi e Pansa.
In conclusione il colpo d’occhio dei 10 titoli rappresenta bene la complessità dei lettori, può dirsi una fotografia che ritrae le esigenze di tutte le fasce di pubblico. La domanda: cosa legge chi legge? Vi trova risposta. Ma non dimentichiamo che la base di dati ci dice che il mercato non cresce e che acquista libri solo il 40% circa della popolazione attiva. Il che significa che oltre mezzo Paese, purtroppo, non legge niente.
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