Vincenzo PINTO / AFP
Amanda Knox
Sono “i tabloid” i responsabili di aver pubblicato la notizia della pagina della raccolta fondi per il matrimonio, non accessibile a sconosciuti perché protetta da password. Inoltre, i documenti per le nozze sono stati presentati lo scorso dicembre ed il matrimonio non è stato ancora celebrato visto che si terrà il 29 febbraio 2020: questa la ‘verità’ di Amanda Knox che in una lettera, recapitata all’Agi da fonti vicine alla 31ennne di Seattle, smentisce alcune notizie circolate nei giorni scorsi sui media a proposito delle sue nozze e della visita del giugno scorso a Modena per il Festival della giustizia penale.
La lettera è stata firmata da lei e dal fidanzato Christopher Robinson. “Il mio fidanzato e io vorremmo chiarire alcune falsità che sono state diffuse su di noi, in merito al nostro al matrimonio e al nostro viaggio a Modena, in Italia, per prendere parte al Festival della giustizia penale, ospitati dall’Italy Innocence Project” che “è stato molto generoso nel fornirci una camera di hotel e l’assistenza di un professionista della sicurezza per la durata della nostra permanenza. Si sono offerti di rimborsarci un quarto delle spese del nostro volo e io non ho chiesto loro di coprire il resto. Abbiamo speso più di 10 mila dollari nelle precauzioni necessarie per la mia sicurezza e per evitare molestie. Ci siamo dovuti organizzare per un altro alloggio per mia madre e per le spese del suo viaggio, lei era un supporto emotivo necessario in questo traumatico viaggio”.
La 31enne americana, poi, sottolinea che il viaggio in Italia “ha rappresentato un contraccolpo finanziario per noi e siamo stati costretti ad utilizzare soldi che stavamo risparmiando per le nostre nozze. Ma supportare l’Italy Innocence Project ne è valsa la pena e io resto grata per il loro supporto e per il loro invito a parlare del processo mediatico e delle ingiuste condanne”.
Riguardo al matrimonio “abbiamo presentato le carte per essere legalmente sposati a dicembre dello scorso anno per semplificare le questioni delle tasse e dell’assicurazione, ma non abbiamo ancora celebrato le nozze insieme ai nostri cari. Questo non dovrebbe essere più scioccante del fatto che viviamo insieme da anni. Il nostro matrimonio si terrà il 29 febbraio 2020. Stiamo pagando per tutto autonomamente. E come fanno molte giovani coppie oggi abbiamo sostituito la tradizionale lista con una raccolta fondi per le nozze. Migliaia di persone fanno questo ogni anno perché la lista di nozze è ormai fuori moda, le coppie che vivono già insieme non hanno bisogno di stoviglie o tostapane. Le pagine ‘Rsvp’ sono protette da una password e quelle dei registri non lo sono. Anche questo è normale” .
Poi arrivano le critiche ai ‘tabloid’. “Abbiamo condiviso la nostra ‘story’ sul matrimonio sui social, ma non abbiamo pubblicizzato il nostro registro o chiesto a sconosciuti di donare. I tabloid hanno diffuso la pagina del nostro registro e ora danno la colpa a noi per le loro azioni”.
I tabloid “accusano me di mentire in merito alle spese per il nostro viaggio per supportare l’Italy Innocence Project. Questo ‘scandalo’ è ancora un altro esempio di come i media traggano un irresponsabile profitto producendo indignazione. Questo è solo l’ultimo esempio del deliberato travisamento dei fatti e della distruzione della reputazione che subisco da quando sono stata spinta, mio malgrado, sotto i riflettori nel 2007. Questa è una violazione in flagrante dell’etica giornalistica a scapito dell’opportunità di informare le persone sulle cose che davvero contano, come le condanne ingiuste”.
Per il festival di Modena, la 31enne di Seattle è tornata in Italia dopo 8 anni. Volò negli Stati Uniti dopo la scarcerazione nell’ottobre 2011 quando la Corte di assise di appello di Perugia (ribaltando la sentenza di primo grado) la assolse per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, uccisa il 1 novembre 2007 con una coltellata alla gola nella villetta dove viveva a Perugia.
Sul palco del forum Monzani, commossa e intimorita non trattenne le lacrime ribadendo la propria innocenza (“non sono un mostro”) e lamentando di essere stata vittima di un processo mediatico. Amanda Knox è stata protagonista di una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi anni. Fu arrestata insieme all’allora fidanzato Raffaele Sollecito: entrambi sospettati di aver ucciso Meredith e i due, nel 2009, furono condannati in primo grado dalla Corte di assise di Perugia e poi assolti, nel 2011, dalla Corte di appello che giudicò non attendibili gli accertamenti tecnici svolti nel corso delle indagini.
Due anni dopo la Cassazione annullò la decisione rinviando alla Corte di appello di Firenze: arrivò un’altra sentenza di condanna (28 anni per l’americana e 25 anni per Sollecito). Infine, il colpo di scena con la Corte di Cassazione che nel 2015 annullò, questa volta senza rinvio, assolvendo i due per non aver commesso il fatto, rilevando errori nelle indagini.
Per l’omicidio di Meredith è stato condannato in via definitiva, con il rito abbreviato, il cittadino ivoriano Rudy Guede attualmente in una comunità di recupero dopo nove anni di detenzione.
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