Almaviva chiude a Palermo, ma non si ferma. Stop a gran parte delle attività che impegnano i 2800 dipendenti, sia nella sede principale di via Cordova, nel centro città, sia in via La Malfa. Tutto fermo ad esclusione del servizio 1500, il numero di pubblica utilità sul coronavirus. Una decisione nota da giorni, ma che ha assunto un carico di tensione eccezionale dopo la notizia della positività di una collega al test del coronavirus, mentre si attendono gli esiti del tampone di altri operatori.
Così, per coloro che sono in possesso delle dotazioni di connettività richieste (circa 290 risorse), il 1500 risponde in smart working. I restanti lavoratori del call center impegnati sulla commessa – ulteriori cento – potranno lavorare dalla sede di via Cordova, a meno che non vogliano mettersi in congedo e in ferie.
A tutti i dipendenti degli altri servizi (Tim, Wind, Alitalia, Sky, Trenitalia) è stato inserito un giorno di ferie o in alternativa Cigs e beneficeranno degli istituti maturati, sostanzialmente ferie e congedi, sino a non oltre il 3 aprile, in relazione all’emergenza sanitaria. E comunque fino a nuova comunicazione legata all’esito dei contatti con i committenti sull’attivazione del lavoro a distanza, certamente prima di quella data limite.
L’azienda ha infatti confermato lo stato di avanzamento delle interlocuzioni con i committenti per attivare lo smart working.Già previsti, infatti, i test per le commesse Trenitalia e Sky. Avanzate anche le interlocuzioni per il servizio Alitalia; Tim e Wind hanno richiesto ulteriori specifiche riguardo le caratteristiche di connettività dei lavoratori.
Almaviva, inoltre, approfondirà le previsioni del decreto a sostegno dei lavoratori per valutare il prosieguo della gestione delle assenze, anche in funzione dell’ammortizzatore di emergenza annunciato dal governo.
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