Una Cleopatra moderna, che incanta Cesare non solo vestendo i panni dell’affascinante regina del deserto, ma anche quelli della guerrigliera in tuta mimetica, mitra alla mano, e della diva che gli mostra i suoi fasti cinematografici passati, con immagini in bianco e nero proiettate su un grande schermo posizionato sul fondo del palco.
È quanto trapela del Giulio Cesare in Egitto, di Georg Friedrich Handel, firmato dal regista canadese Robert Carsen, che porterà in scena dal 18 ottobre una storia del passato con richiami all’attualità, in cui le guerre civili, quella di Cesare contro Pompeo e quella di Cleopatra contro Tolomeo, rimandano ai conflitti dei nostri tempi. Una nuova produzione con un cast di stelle, da Bejun Mehta a Danielle de Niese, da Philippe Jaroussky a Sara Mingardo e Christophe Dumeaux, con il maestro Giovanni Antonini sul podio, che promette di “stupire”.
Così ha detto il sovrintendente Alexander Pereira durante la presentazione alla stampa della prima opera del progetto Handeliano che avrebbe dovuto avere come protagonista la star Cecilia Bartoli, che rinunciò dopo l’annuncio della mancata riconferma del sovrintendente. Al suo posto una bellissima Cleopatra, il soprano Danielle de Niese, che questo ruolo lo ha interpretato decine di volte, e’ uno dei cardini della sua carriera.
“È pericoloso fare annunci prima – ha detto Pereira – ma devo dire che sono rimasto a bocca aperta, e questo per uno come me non succede tutti i giorni. È uno spettacolo che mi ha affascinato molto”.
“Questo progetto era nato in modo differente” ha aggiunto, annunciando che è cambiato il secondo titolo del ciclo barocco, “una scelta che ha condiviso Meyer“: non sarà ‘Semele’ ma ‘Agrippina’. “Il team non poteva essere migliore” ha comunque voluto sottolineare, spiegando con un velo di “tristezza” che per la prima volta, da quando mise piede al Piermarini dal settembre 2014, non potrà essere presente alla serata inaugurale del Giulio Cesare perché impegnato in Cina dove la Scala si presenterà con due manifestazioni.
“È la prima volta che manco e sarà anche una delle ultime opere (Pereira lascerà l’incarico il prossimo 15 dicembre, ndr.) ma sono tranquillo perché è una serata che condivido al 250%”. Sulla locandina di presentazione c’è l’immagine di un soldato con il fucile, anche se il regista si affretta a sdrammatizzare precisando che “è vero che si parla di guerre e morti ma non siamo in ‘full metal jacket'” (il film culto di Stanley Kubrick).
“Il nostro Giulio Cesare durerà 3 ore e 50 incluso l’intervallo – ha spiegato il direttore d’orchestra milanese Antonini – non ci sono momenti di stanca in cui l’azione non va avanti, e questo sia dal punto di vista musicale che del testo. È un’opera estremamente moderna”. Con Giulio Cesare in Egitto torna in buca il complesso barocco dell’Orchestra scaligera, che aveva debuttato nel gennaio 2016.
Il progetto Handel, continuerà nelle due stagioni a venire con Agrippina e Ariodante. Nell’ottobre 2019 il complesso barocco fa il suo debutto internazionale presentando La finta giardiniera diretta da Diego Fasolis a Lugano e a Shanghai.
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