AGI – Nel quartiere ebraico di Roma, nella zona del portico d’Ottavia, è in corso una “tavolata” imbandita davanti alla Sinagoga in occasione dello Shabbat, per ricordare come precisa all’AGI un partecipante, “i nostri duecento fratelli israeliani che sono ostaggio di Hamas, che vorremmo fossero qui con noi o nelle loro case”.
“Al tavolo dello Shabbat le famiglie ebraiche si riuniscono per celebrare l’inclusione e la tenerezza del calore familiare” – ha detto il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun – “questo tavolo ci serve per ricordare che circa duecento persone sono oggi ostaggio nell’inferno dei bunker di Gaza, e il nostro augurio è che queste persone e famiglie oggi imprigionate – ci sono foto di bambini di 4 anni o 9 mesi – possano presto riempire questo tavolo. E che torni la serenità per tutti. Spero e prego che il mondo aiuti Israele, che il mondo condanni questi avvenimenti”.
Sulle sedie intorno alla tavolata ci sono i volti e i nomi degli ostaggi, quelli dei bambini sono sui seggioloni. “II 7 ottobre” – si legge nei cartelli – “quasi 200 civili israeliani innocenti sono stati rapiti e portati nella Striscia di Gaza. La loro posizione rimane sconosciuta. Più di 3.000 donne, uomini e bambini, di età compresa tra i 3 mesi e gli 85 anni, sono stati feriti, uccisi, picchiati, violentati e separati brutalmente dal loro cari da Hamas”.

© Alessio Campana
Tavolata al Ghetto di Roma per ricordare gli ostaggi detenuti da Hamas
Sulla tavola ci sono vino, le candele dello Shabbat e il pane del sabato, Challah.
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