Cronaca

Ad Acireale la Festa della Repubblica diventa una cena etnica. Che non piace a tutti

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 Faiz Abu Rmeleh / ANADOLU AGENCY

Il Comune di Acireale ha organizzato per il 2 giugno una cena etnica d’integrazione chiamata “Iftar – Rottura del Digiuno”. Un appuntamento in cui verrà organizzato il tipico pasto serale consumato dai musulmani che interrompe il mese di digiuno del Ramadan. L’annuncio è stato dato dal primo cittadino, Stefano Alì, durante la conferenza stampa di presentazione e con un post sui social network: “Una bellissima iniziativa che ho voluto fortemente. Ritengo che aprirsi all’altro senza steccati, provando ad accostarsi alla cultura e alle tradizioni altrui con curiosità, rappresenti un arricchimento”.

Quello di Acireale non è un caso isolato. La federazione islamica della Sicilia ha organizzato altri appuntamenti simili nel territorio per favorire il dialogo e l’integrazione tra i popoli. Come sottolineato dal presidente Ismail Bouchnafa: “Teniamo moltissimo a questa iniziativa. Vogliamo condividere con la comunità acese un momento di spiritualità e condivisione che può arricchire tutti”. L’iniziativa, denominata “Iftar Street” ha ricevuto il patrocinio del Comune ed è promossa dall’Associazione Costarelli. Durante la cena, che prenderà il via alle 19.30, prenderà la parola anche il vescovo della diocesi, Mons. Antonio Raspanti. 
 

Su Facebook, però, non tutti hanno apprezzato l’iniziativa della giunta. Alcuni profili hanno voluto sottolineare come durante il 2 giugno, Festa della Repubblica, il Comune avrebbe dovuto rendere omaggio a una ricorrenza “italiana” o dedicare più tempo e risorse allo sviluppo di un piano per sviluppare il tessuto sociale del territorio. C’è anche chi, ironicamente, invita a prendere in considerazione tutte le religioni presenti “allarghiamo ai buddisti?” e chi, invece, d’accordo con la presa di posizione del Comune ricorda come il primo cittadino debba essere “il sindaco di tutti”.

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