Marco Bertorello / AFP
Acqua alta a Venezia
Una marea eccezionale ha fatto irruzione nella laguna e ha sommerso fino al collo Venezia sotto un’acqua alta che non raggiungeva questi livelli dal 1966: un picco di 1,87 metri. Nel buio della notte si contano i danni, che appariranno solo domani in tutta la loro portata. La Basilica di San Marco è stata inondata: un metro d’acqua, la cripta sotto il presbiterio completamente allagata. Nel pomeriggio, l’acqua era già entrata nell’edificio.
E la marea ha fatto anche un vittima, un uomo di 68 anni che è morto folgorato da una scarica elettrica per un corto circuito causato dall’acqua che aveva invaso la sua casa di Pellestrina, la striscia di terra che delimita la laguna, nei pressi di Chioggia: stava manovrando una elettropompa per risucchiare l’acqua che aveva invaso la sua abitazione. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte degli operatori sanitari del Suem, giunti subito sul posto.
Sommario
“Acqua granda”
‘Acqua granda‘, dicono i veneziani quando il fenomeno è imponente. Ma questa volta forse non bastano queste parole, il sindaco Luigi Brugnaro parla di disastro e annuncia che domani chiederà la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Già disposta la chiusura di tutte le scuole, e anche l’università Ca’ Foscari ha deciso di sospendere le sue attività. Tutti i servizi di navigazione di Avm sono stati sospesi. Sono state attivate le sale operative della Regione e della Prefettura per coordinare la “mobilitazione generale” proclamata dal sindaco nella lunga notte inghiottita dalla marea. Diverse persone sono state soccorse in laguna dalla Guardia costiera.
Le numerose telefonate alla centrale operativa della Capitaneria sono iniziate mentre il livello dell’acqua raggiungeva il livello critico di 187 centimetri, e i venti di scirocco soffiavano fino a 100 km/h. Sono stati attivati i protocolli straordinari di intervento da parte della Guardia Costiera di Venezia che ha subito dispiegato due motovedette, CP 2095 e CP 833 che hanno provveduto a trasportare al Pronto Soccorso i diversi infortunati recuperati.
Si contano i danni
Sono stati inoltre impiegati due motoscafi per fornire rapida assistenza nei punti critici segnalati e due gommoni in dotazione alla nave Dattilo della Guardia Costiera, giunta a Venezia martedì. Tre vaporetti sono affondati a Riva degli Schiavoni. Decine di imbarcazioni hanno rotto gli ormeggi a causa dell’acqua alta a Venezia e sono andate alla deriva in laguna. I natanti senza controllo costituiscono un pericolo, ma al momento non è possibile recuperarli. Si tratta di motoscafi-taxi, ma anche di vaporetti pubblici e di barche private.
Anche molte gondole sono state sballottate dall’alta marea e trascinate nei canali. La Guardia costiera ha emanato un “avviso di pericolosità” per la presenza di ostacoli semisommersi pericolosi per la sicurezza della navigazione. Particolarmente complesse le operazioni di coordinamento dei numerosi interventi.
Come è stata gestita l’emergenza
La Capitaneria ha richiesto la cooperazione di ormeggiatori e rimorchiatori portuali per la messa in sicurezza di unità e pontoni che avevano rotto gli ormeggi. Il personale della Guardia Costiera ha proseguito per tutta la notte i servizi di assistenza e pattugliamento per garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone.
In varie zone della città si sono verificati black-out, specialmente al Lido e in Campo Santa Margherita. L’acqua ha invaso tutto, case e alberghi, senza risparmiare l’hotel dei vip, il Gritti. Il forte vento di scirocco ha abbattuto diversi alberi tra Favaro Mestre e Marghera. Poi l’acqua ha cominciato a defluire, con rapidità.
Alle tre di notte il livello a Punta delle Dogane, sul Canal Grande, era calato a 70 centimetri. Solo tre ore prima, nello stesso punto, l’Ispra aveva rilevato un livello di 1,66 metri. E tra le onde della marea che si ritira, riaffiora la vecchia polemica sul Mose, il sistema di dighe mobili che dovrebbe proteggere Venezia dal mare: il sindaco Brugnaro sollecita il governo ad accelerare.
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