Marco Bertorello / Agf
La cripta di San Marco allagata dall’acqua alta a Venezia
La basilica di San Marco è ferita, e i danni dell’acqua salmastra sui 125 diversi tipi di marmo che ne compongono i delicatissimi ornamenti, le colonne che ne rivestono le pareti emergono anche dopo anni. Ma la procuratoria, organo che storicamente gestisce i tesori e la stessa basilica, è già al lavoro. “Non siamo rassegnati – ha detto all’Agi il procuratore Pierpaolo Campostrini – ma delusi: è urgente che si investa in prevenzione“.
Decine di operai, mosaicisti, restauratori si danno da fare da ieri per asciugare, pulire, inventariare i tasselli di mosaico che si sono staccati dal pavimento preziosissimo.”Qui l’attività di restauro è costante – ha spiegato il direttore tecnico Giuseppe Maneschi mostrando l’interno della basilica 36 ore dopo l’ingresso della marea nella notte di martedìn- ci sono 20-25 tecnici sempre al lavoro per la manutenzione ordinaria dei mosaici”.
Se l’ondata di acqua alta che ha sommerso anche l’interno di San Marco è stato un evento straordinario, non lo è l’acqua che copre i mosaici del pavimento della parte esterna alla basilica bizantina, il cosiddetto “nardece“. Qui l’acqua entra anche quando la marea non è eccezionale, e la Procuratoria ha già messo in atto dei meccanismi di protezione che evitano all’acqua di entrare anche in questa parte piu’ bassa ma solo finche’ la marea non supera i 90 centimetri.
“Siamo contenti della solidarietà che riceviamo da tutto il mondo – ha detto Campostrini – ma c’è anche preoccupazione e rabbia nel vedere la nostra basilica esposta a una pressione senza precedenti. C’è la delusione per la promessa non mantenuta di salvaguardarla”. Ma, ha aggiunto, “la basilica è ancora in piedi, è un bene gestito con il lavoro quotidiano dei nostri operatori, ma c’è una malattia che non si vede, perché il salmastro agisce dietro ai marmi, nei mattoni, provocando un invecchiamento accelerato che poteva essere evitato”.
Tre, secondo il procuratore, sono le azioni da mettere in campo con investimenti dello Stato: ” un aumento della capacità diagnostica, la riparazione dei danni urgenti e la prevenzione di fenomeni come quello di martedì, allontanando l’acqua dalle fabbriche di San Marco. Visto che una soluzione definitiva tarda, noi i tanto faremo le opere che possiamo per mantenere la basilica il più possibile al riparo”.
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