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Lignano Sabbiadoro
Articolo aggiornato alle ore 12.20 del 29 settembre 2018.
Due minorenni hanno malmenato un coetaneo per costringerlo poi a consegnare loro tutti i soldi che aveva, circa 100 euro, e hanno ripreso le violenze in un video poi finito sui social. La vittima, un ragazzo residente in Veneto, è stata sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico e giudicata guaribile in 30 giorni. I due aggressori sono stati individuati dalla polizia. L’episodio – che il questore di Udine Claudio Cracovia ha giudicato “raccapricciante” – è avvenuto nel cuore della notte tra il 15 e il 16 luglio scorsi su una spiaggia di Lignano Sabbiadoro.
I due minorenni sono stati identificati dalla polizia alcuni giorni fa dopo due mesi di complesse indagini, avviate dopo aver scoperto in rete il filmato del pestaggio. Gli investigatori della Squadra Mobile di Udine diretti da Massimiliano Ortolan, hanno individuato prima la vittima e successivamente gli aggressori.
“Ti vuoi fare male? Allora dammi il tuo telefono e i tuoi soldi. Muoviti. Ti uccido, il tuo telefono e i tuoi soldi”. Sono le frasi rivolte da uno dei due minori ritenuti gli autori della brutale aggressione al coetaneo vittima di un pestaggio a scopo di rapina. L’altro invece riprendeva parte della scena con il cellulare.
Le indagini della Mobile di Udine erano partite dopo che la Polizia era venuta a conoscenza dell’esistenza del filmato dell’aggressione e ne era entrata in possesso. È stato appurato – si legge in una nota della questura di Udine – che il giovane aggredito quella notte si era momentaneamente allontanato dal gruppo con cui aveva trascorso la serata. Successivamente è stato avvicinato dai due coetanei, i quali, una volta scoperto che aveva del denaro, circa 100 euro, lo hanno selvaggiamente picchiato al fine di entrarne in possesso.
La vittima, che ha riportato lesioni con una prognosi iniziale di 30 giorni, successivamente e’ stato sottoposto ad intervento chirurgico alla mandibola. Nella mattinata di ieri i due responsabili, residenti in provincia di Udine, venivano formalmente indagati e perquisiti, con l’ausilio della Polizia Postale, su delega dell’Autorità Giudiziaria.
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