ZHOU MU / XINHUA
Scuola
Sassaiola contro un gruppo di studenti cinesi dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone. A raccontare il grave episodio è stato il docente Giuseppe Iaconis che all’Accademia insegna Fashion Design.
La notizia è trapelata nel corso della conferenza stampa che la direttrice dell’istituto, Loredana Rea, e il presidente della Consulta degli studenti, Luca Spatola, hanno tenuto all’indomani del sospetto caso della studentessa cinese colpita da febbre dopo il ritorno da un viaggio in Cina.
La giovane, risultata poi negativa al test del coronavirus, è stata tenuta sotto osservazione allo ‘Spallanzani’ e per questo motivo era stata disposta, in via cautelativa, la chiusura dell’Accademia che questa mattina ha nuovamente aperto i battenti.
“L’episodio non si è verificato all’interno dell’Accademia e come ribadito nel corso della conferenza stampa di questa mattina, l’Accademia è la famiglia di questi ragazzi, che sono da noi tutelati al pari di tutti gli altri studenti. Posso testimoniare inoltre il clima di solidarietà che si è instaurato tra compagni di corso di ogni nazionalità sia al di fuori delle mura accademiche che durante le lezioni, che stanno proseguendo senza alcuna interruzione”. dice all’AGI la direttrice Rea.
“Tengo a precisare – ha aggiunto la direttrice – che tutti i nostri studenti di ritorno della Cina non provengono dai luoghi dove si è sviluppato il focolaio, perché ad oggi Shanghai non ha casi di coronavirus ma visto il continuo diffondersi di notizie anche non veritiere, ho ritenuto opportuno dare le notizie a tutti gli interessati, ma soprattutto per tranquillizzare sulla situazione dell’Accademia e dei nostri studenti, specie la sua grande componente cinese”.
“Il mio vivere l’Accademia comprende la familiarità totale e per gli studenti stranieri l’Accademia rappresenta anche una sorta di famiglia. Non a caso qui da noi studiano anche giovani thailandesi, iraniani e altri mediorientali“.
La direttrice ha poi aggiunto che essendo la loro una accademia internazionale, “per molti di loro significa stare lontano dalle famiglie anche per un intero anno accademico. Necessariamente, l’Accademia rappresenta un punto di riferimento per le loro problematiche, non solo legate allo studio ma anche spesso alla gestione della quotidianità della vita e non credo che i nostri studenti abbiamo dato peso più di tanto ad un eventuale episodio di intolleranza. Chi decide di vivere lontano migliaia di chilometri dal luogo natio è ben preparato a doversi scontrare con mentalità diverse. La cultura, ho sempre pensato, è la cura a tutti i mali”.
Rispondendo poi alla domanda su come una scuola multietnica stia affrontando l’emergenza coronavirus, la direttrice ha detto che “in uno stato di emergenza, come si era presentato venerdì scorso, abbiamo reagito senza perdere la lucidità. La prima azione preventiva è stata quella della chiusura dell’Accademia dalle 14 alle 18, per capire chi fosse lo studente ma come Accademia già da lunedi’ 27 gennaio abbiamo iniziato a contattare gli studenti cinesi per chiedere il loro stato di salute. Per capire se fossero stati in Cina durante le festivita’ del Capodanno, se fossero rientrati e se fossero arrivate qui le loro famiglie. Uno sorta di screening molto blando, nel rispetto della privacy di ognuno. Molti dei nostri studenti sono rimasti a Frosinone e non hanno ricevuto visite dei parenti. Solo in quattro erano tornati a casa e una volta rientrati hanno avuto la comunicazione di non tornare a scuola. Per chi avrebbe dovuto rientrare ed è rimasto in Cina ci stiamo organizzando per una sessione straordinaria d’esame in estate”.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it
Post simili:
- Coronavirus, sassaiola a Frosinone contro un gruppo di studenti cinesi
- Nessuno ha preso a sassate gli studenti cinesi a Frosinone
- Torna la “25esima Ora” maratona creativa di AANT
- Dal 20 al 22 settembre arriva la prima edizione della Roma Game Jam
- Libri, incontri e musica nel borgo con vista sui temi del nostro tempo