Cronaca

Chi ricostruirà (e come) il Ponte Morandi

Chi ricostruirà (e come) il Ponte Morandi

PIERO CRUCIATTI / PIERO CRUCIATTI / AFP  

Ponte Morandi 

Sarà la cordata formata da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr a ricostruire il viadotto Polvecera crollato il 14 agosto a Genova. L’ufficializzazione della scelta è arrivata nel pomeriggio con la pubblicazione del decreto numero 19 del commissario straordinario e sindaco di Genova, Marco Bucci. La firma sul progetto, che costerà 202 milioni, è di Renzo Piano a cui è stato chiesto di sovrintendere alla realizzazione. Per completare l’opera sono previsti 12 mesi, anche se a fine 2019 non sarà ancora accessibile.

La sconfitta di Calatrava

A uscire sconfitta è la proposta avanzata dalla Cimolai di Pordenone con l’apporto dell’altra archistar, Santiago Calatrava. Tra i motivi della scelta, ha spiegato Bucci,o anche la preferenza per una struttura a pile invece che a stralli, nel “rispetto della sensazione di avversione psicologica maturata in città dopo il crollo” di Ponte Morandi. Cimolai ha comunque fatto sapere che “per puro spirito di servizio al Paese e per non ostacolare la ricostruzione tale da aprire al traffico l’infrastruttura entro Natale 2019, non ha intenzione di presentare ricorso”.

Ora il via ai lavori

I lavori possono dunque partire e “le aziende aggiudicatarie”, ha fatto sapere il ministero delle Infrastrutture, “si sono impegnate a rispettare un crono-programma, che prevede il completamento strutturale dell’opera entro la fine del 2019”. Il ponte, che verrà realizzato dalla neo-costituita società “Pergenova”, sarà costituito da un impalcato in acciaio, con una travata continua di lunghezza totale pari a 1.100 metri, costituita da 20 campate. Il progetto prevede 19 pile in cemento armato di sezione ellittica posizionate a distanza di 50 metri, a eccezione della campata sul torrente Polcevera e di quella sulle linee ferroviarie, dove sarà di 100 metri, una soluzione che consente di limitare la dimensione di strutture e fondazioni.

“Avevamo promesso alle famiglie delle vittime che Autostrade non avrebbe posato neppure una pietra e così è. Era il minimo che si potesse fare nel rispetto di chi non c’è più”, ha sottolineato il vicepremier Luigi Di Maio. Ad Aspi invece, ha affermato Bucci, sarà inviata “la lista delle spese”, che comprende anche i 19 milioni necessari a demolire i monconi di Ponte Morandi rimasti in piedi. La società avrà 30 giorni per rispondere.

La promessa di Piano

“Sarà un ponte bello, bello com’è intesa la bellezza a Genova. Un ponte molto genovese. Semplice, ma non banale. Un ponte di acciaio, sicuro e durevole. Perché i ponti non devono crollare”. Lo afferma l’architetto Renzo Piano, sul cui progetto si baserà la ricostruzione del viadotto.

Chi ricostruirà (e come) il Ponte Morandi

 Erik Feferberg/Afp

 Renzo Piano

Piano supervisionerà il progetto: “È un grande onore dopo questo confronto, costruttivo per tutti, poter dare il mio contributo alla città di Genova, mia città d’origine. È stata scelta una grande squadra di ingegneri e costruttori, capaci di affrontare questo lavoro con rapidità, competenza e professionalità” ha aggiunto l’archistar. “Il Commissario Bucci mi ha chiesto la disponibilità ad affiancarlo nella realizzazione di quest’opera attraverso un ruolo di supervisore a garanzia della qualità del progetto. Accetto volentieri. Lo faccio per spirito civico e gratuitamente – ha sottolineato Piano – Sono lieto perché si apriranno anche dei concorsi per la riqualificazione dell’area della Val Polcevera, cuore operoso della città. Costruire è sempre un gesto di solidarietà, e sono certo che sarà anche motivo di fierezza”.

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