Cronaca

 I cartelli dei simboli di Roma contro la manifestazione della Lega

 I cartelli dei simboli di Roma contro la manifestazione della Lega

Roma risponde a Salvini. Se da un lato il “Capitano” leghista porta avanti la sua campagna mostrando nomi, cognomi e facce di chi presumibilmente non sarà presente alla manifestazione organizzata dalla Lega l’8 dicembre a Piazza del Popolo, dall’altro la capitale mette in campo i suoi pezzi da 90, coloro che rappresentano la romanità più pop/olare per esprimere il proprio dissenso al suddetto raduno.

Parlano imperatori, attori, perfino Giove e i gabbiani che imperversano senza sosta sui cieli sopra il Colosseo. Ognuno dice la propria, da Anna Magnani che se la ride di gusto a Sora Lella che dice “La Lega a Roma? È come la carbonara co’ la panna!”, da Tomas Milian che dice “La Lega a Roma? E poi sarei io Er Monnezza?” a Caligola che dice “La Lega a Roma? Questi so’ più matte de me!”; perfino Giulio Cesare si sente nuovamente tradito “La Lega a Roma? È n’artra cortellata!” e Giordano Bruno è pronto al sacrificio estremo “Stavolta me do foco da solo!”.

E se Fra Cazzo Da Velletri guarda il cielo e dice “Te prego fa’ che piova!” una soluzione la trovano i gabbiani “de” Roma che si preparano “Cacamoje in testa!”. Si è svegliata così la capitale, invasa da questi cartelli di protesta che riportano l’hashtag #romanonfalastupida, riprendendo il testo scritto da Armando Trovajoli e colonna sonora de’ Il Rugantino; e la viralità è praticamente immediata. Alla black list di Matteo Salvini Roma risponde quindi con il suo classico umorismo. Da qui all’8 dicembre sarà guerra all’ultimo manifesto.

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