AGI – Approvato in Consiglio dei ministri il testo sulla riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere. Tra i punti centrali del disegno di legge costituzionale, a cui hanno lavorato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ci sono anche la riforma del Csm, l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare, che si occuperà di tutte le magistrature, e l’inserimento nella Costituzione del ruolo dell’avvocatura. Intanto, il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha convocato per oggi pomeriggio “in via d’urgenza” la Giunta esecutiva centrale del sindacato delle toghe. All’ordine del giorno della riunione, che avrà inizio alle 16,30, proprio la riforma che ha incassato il via libera del Cdm.
Sono decine le bozze circolate negli ultimi giorni e continuamente in via di definizione: la riforma porta a compimento la separazione delle carriere requirenti e giudicanti che, come rilevato dal sottosegretario Mantovano in un’intervista di qualche giorno fa, “nei fatti c’è già”, a seguito della stretta nel passaggio da una funzione all’altra introdotta con la riforma Cartabia.
Di conseguenza, la revisione delle norme che regolano il Csm: sia i togati che i laici che siederanno nel Consiglio superiore della magistratura giudicante e in quello requirente saranno scelti tramite sorteggio. E’ uno dei punti della riforma approvata oggi in Cdm, che modifica in tal senso l’articolo 104 della Costituzione. Entrambi i Csm “sono presieduti dal Presidente della Repubblica. Ne fanno parte di diritto, rispettivamente, il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di cassazione”, prevede l’articolo 3 della riforma, nel quale si legge anche che “gli altri componenti sono estratti a sorte, per un terzo, da un elenco di professori ordinari di universita’ in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione, e, per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti, nel numero e secondo le procedure previsti dalla legge”. E ancora: “Ciascun Consiglio elegge il proprio vicepresidente fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. I membri designati mediante sorteggio durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva. Non possono, finche’ sono in caruca, essere iscritti negli albi professionali, ne’ far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale”.
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Nordio, “il pm resta assolutamente indipendente”
“Il pm resta assolutamente indipendente dal potere esecutivo, godrà delle stesse garanzie di indipendenza dei giudici”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in conferenza stampa dopo il Cdm, che ha approvato il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere. Commentando la convocazione d’urgenza della Giunta dell’Anm, il Guardasigilli ha aggiunto: “Il discorso con l’Anm è sempre aperto, le critiche sono il sale della democrazia, accettiamo proposte, ma anche loro devono accettare che la volontà popolare è sacra ed è stata espressa dagli elettori che ci hanno dato mandato di fare questa riforma”. E ancora: “Lo scandalo Palamara e altri hanno eccitato varie proteste, ma i rimedi non sono stati apprestati alle degenerazioni correntizie”. Per questo motivo, ha spiegato Nordio, “interrompere il legame tra elettore ed eletto è stato il nostro compito principale: il sorteggio non avverrà tra passanti in strada ma tra persone assolutamente qualificate”.
La riforma della Giustizia approvata oggi in Cdm – ha poi concluso Nordio – è “un omaggio a Giovanni Falcone, che era favorevole alla separazione delle carriere, e a Giuliano Vassalli, eroe della Resistenza, che ha voluto quel codice di cui questa riforma doveva essere conseguenza obbligata”.
Mantovano, “il testo della riforma non è blindato”
Il testo della riforma della Giustizia approvato dal Consiglio dei ministri “non è blindato”, ha precisato in conferenza stampa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha aggiunto: “Non darei per scontato che si arrivi al referendum, nel senso – ha spiegato – che se vale l’adesione alla sostanza che viene proposta dal governo e se vi sara’ un confronto in Parlamento nel merito, come auspichiamo, su un testo non blindato, aperto al contributo dell’intero Parlamento, non e’ cosi’ certo che si arrivi al referendum. Facciamo un passo alla volta”, ha chiarito illustrando i principi del testo della riforma. “Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl costituzionale di riforma dell’ordinamento giudiziario, in particolare sulla separazione delle carriere, sul doppio Csm e sull’Alta corte di Giustizia disciplinare proposta dal ministro Nordio, che ringrazio a nome di tutto il governo insieme con il suo staff e l’intero ministero per il lavoro svolto”, ha esordito Mantovano. “Essendo una riforma impegnativa c’e’ stato un lavoro svolto fino all’ultimo nel confronto tra le forze politiche della maggioranza fino all’ultimo”, ha aggiunto.
I tempi in Parlamento della riforma della giustizia? Sono quelli “richiesti dall’approfondimento di una materia che non richiede scelte politiche da parte del governo e della maggioranza, perche’ i contenuti sono del tutto coerenti con gli impegni assunti davanti agli elettori ma che immagino non saranno proprio rapidissimi. Ma auspico non siano neanche dilazionati”, ha poi risposto Mantovano ai cronisti.
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