AGI – È stata uccisa da un violento colpo alla testa. Con un oggetto che era nel suo attico al nono piano di un elegante palazzo in via Crocefisso, in centro a Milano. Fiorenza Rancilio, 73 anni, appartenente a una nota famiglia di immobiliaristi, è stata trovata morta nella tarda mattinata di mercoledì. Il corpo disteso a terra nel salone era coperto da un piumone e da alcuni asciugamani.
Al momento della scoperta del cadavere in un’altra stanza dell’appartamento c’era l’unico figlio della donna. Un uomo di 35 anni che da tempo era in cura per diversi problemi di natura psichiatrica. Quando i carabinieri della compagnia Duomo sono entrati in casa era in uno stato catatonico. In ambulanza e piantonato dai militari è stato accompagnato in ospedale al Policlinico dove è ricoverato in osservazione.
I sospetti degli investigatori dell’Arma, coordinati dalla pm di turno Ilaria Perinu, si concentrano su di lui. Nelle prossime ore dovrebbe essere sottoposto a fermo di indiziato di delitto con le accuse di omicidio. A dare l’allarme sono stati una collaboratrice domestica e un parente della 73enne. Il primo segnale che qualcosa non andava lo ha notato la dipendente quando non è riuscita a entrare nell’attico. Da nessuno dei due accessi essendo le porte chiuse a chiave dall’interno.
Il secondo invece è scattato quando nessuno è riuscito a mettersi in contatto né con Rancilio, che era solita scendere negli uffici dell’immobiliare intorno alle 9, né con il figlio. Da una finestra con l’aiuto del geometra-tuttofare del palazzo sono riusciti a entrare e hanno scoperto il corpo. In un’altra camera era seduto a terra il 35enne.
Per tutto il pomeriggio l’appartamento al nono piano e quello comunicante all’ottavo, entrambi sottoposti a sequestro, sono stati perlustrati dalle tute bianche della sezione Rilievi dei carabinieri del nucleo investigativo, diretti dal colonnello Antonio Coppola e il tenente colonnello Fabio Rufino. L’arma del delitto, su cui saranno svolti altri accertamenti, è stata repertata e sarebbe compatibile la ferita rilevata dall’ispezione del medico legale. Ulteriori elementi arriveranno con l’autopsia.
La fondazione che guidò Fiorenza Rancilio: nulla da dichiarare
“Su quanto successo non abbiamo nulla da dichiarare”. Rispondono così all’AGI dalla Fondazione Augusto Rancilio, di cui Fiorenza Rancilio è stata presidente. Ruolo che ora, viene riferito dall’ente, è rivestito dal fratello Cesare. La Fondazione ha sede nella villa Arconati, una delle dimore più maestose nell’hinterland milanese, costruita nel 1600, che si trova a Bollate.
L’ente culturale venne fondato nel 1983 in memoria dell’architetto Augusto Rancilio, fratello di Fiorenza, che il 2 ottobre 1978 venne aggredito e sequestrato a 26 anni mentre stava entrando in un cantiere edile a Cesano Boscone. Il corpo del giovane, figlio di un facoltoso imprenditore italo- francese, non venne mai ritrovato
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