AGI – Procrastinare le scadenze come, per esempio, il semplice pagamento delle bollette produce disordine. E il disordine crea a sua volta altro disordine in una catena senza fine, che influenza la vita di ciascuno. Così, parafrasando Milan Kundera, il New York Times titola un articolo sull’argomento in questo modo: “L’insostenibile pesantezza del disordine”.
Già, perché uno studio pubblicato su Current Psychology ha messo in relazione e trovato uno stretto legame tra il procrastinare le proprie azioni, rinviarle, e i problemi di disordine, confusione organizzativa in tutte le fasce d’età. Anzi, con un rapporto direttamente proporzionale tra l’aumento dell’età e il disordine. Ciò che può avere un impatto negativo sul benessere mentale, creando invece un forte disagio in ciascuno.
Mentre un secondo studio, che però risale addirittura al 2010, apparso su The Journal of Personality and Social Psychology ha esaminato le coppie sposate a doppio reddito che vivono nell’area di Los Angeles che avevano almeno un figlio in età scolare a casa: il risultato è stato che “le mogli che percepivano di avere una casa disordinata” o che necessitava di lavoro per essere riordinata “tendevano ad avere livelli aumentati di cortisolo” durante il giorno mentre coloro che non si sentivano in disordine, che nello studio includeva la maggior parte degli uomini, “avevano livelli di cortisolo che tendevano a diminuire durante il giorno”.
Il cortisolo, per chi non lo conoscesse, è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, più precisamente dalla zona fascicolata della loro porzione corticale, ed è un ormone di tipo steroideo, derivante cioè dal colesterolo. Motivo per cui le donne che nello studio di ricerca hanno descritto la loro casa come ingombra o bisognose di sistemata “hanno iniziato la giornata stressate e sono rimaste vieppiù stressate”.
Lo stesso vale per gli uomini: in termini di livelli di cortisolo, “gli uomini che facevano più lavori domestici la sera avevano la stessa probabilità di aumentare i livelli di cortisolo alla fine della giornata rispetto alle donne”. Il punto o la differenza, se si vuole, annota a questo proposito il Times, consiste solo nel fatto che alla fin fine “non sono tanti gli uomini che dedicano tanto tempo ai lavori domestici quanto le loro mogli”.
Certo, più cose si possiedono in casa maggiore è il rischio che il disordine imperversi. Quindi una possibile soluzione è quella “di fare uno sforzo consapevole per acquistare meno oggetti”, anche perché spesso la maggior parte di ciò che accumuliamo dentro le mura domestiche in realtà non ci serve in quanto scambiano i nostri desideri per bisogni sollecitati da mille condizionamenti. Non ultima quella della pubblicità.
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