Passano i giorni e la situazione non migliora nella Rsa di Mediglia, nel milanese, la prima a essere finita tristemente sotto i riflettori della cronaca per un numero allarmante di decessi tra gli ospiti.
A oggi, su 150 anziani che erano ricoverati nella residenza Borromea, “66 sono morti e 33 sono stati contagiati”.
Numeri che esigono almeno una spiegazione. Per questo, per sapere cosa è successo all’interno della palazzina di mattoni rossi in via Michelangelo, i parenti di alcune delle vittime hanno fatto fronte comune, e hanno presentato una denuncia ai carabinieri, contro ignoti, presso la Procura di Lodi.
L’ipotesi di reato è omicidio colposo ed epidemia colposa. L’hanno firmata in 34. “Ci sono già altri 3 familiari di persone che si trovano o si trovavano nella residenza che vogliono unirsi, adesso si vedrà come: se è possibile fare una integrazione oppure se dovranno presentare una ulteriore denuncia”.
A raccontare all’AGI gli sviluppi di questa brutta storia è Leonardo La Rocca. La nonna della moglie è una delle ospiti della residenza, mentre il suocero non c’è più, probabilmente è stato contagiato proprio andandola a trovare.
Le denunce stanno lievitando. Da dire infatti che “in Procura a Lodi ne era arrivata già una, firmata da due familiari” di anziani deceduti alla Rsa di Mediglia, “che si erano mossi subito in maniera autonoma”. Un fascicolo è stato aperto per gli stessi reati, omicidio colposo e epidemia colposa, dalla Procura di Milano che lo ha trasferito a Lodi per competenza.
Adesso il numeroso Comitato di familiari, chiede si faccia luce su come è stata gestita l’emergenza sanitaria nella struttura.
Hanno raccolto tutte le informazioni in loro possesso in un report, che sarà alla base delle indagini. Ci sono le testimonianze delle diverse ‘storie’ fornite dai parenti, e si evidenziano alcuni punti ‘critici’ come: “la comunicazione tardiva ai familiari di quanto stava accadendo – spiega La Rocca – basti pensare che la prima informativa è stata del 14 marzo; la gestione interna degli ospiti, sia nella fase iniziale che in quella successiva dell’epidemia con gli anziani contagiati ‘isolati’ tardi; la sorveglianza blanda; l’assenza di risposte da parte di Ats”.
Tanto che c’è anche una diffida nei confronti di quest’ultima, da parte di La Rocca per la mancata sanificazione dei locali. Una richiesta in questo senso, di igienizzazione, “era stata avanzata anche dal Comune di Mediglia il 17 marzo. Ats – spiega – ha risposto il 2 aprile”.
Infine il tema dei tamponi, che anima il dibattito in tutta la regione. Sono sempre troppo pochi e tardivi. Anche a Mediglia: nella residenza sono iniziati i primi di aprile “quando già c’erano 99 contagiati su 150 ospiti”.
Adesso la ‘prossima mossa’ spetta ai pm. Ieri nella Rsa Borromea si sono visti anche i Nas che hanno sequestrato documenti che potranno essere utili a individuare eventuali omissioni e responsabilità.