
No a un “ennesimo provvedimento”, come il Testo unico delle ordinanze della Protezione civile che “non ha fatto chiarezza”, ma “aggiornare sempre e bene le Faq del governo“. Questa la ‘ricetta’ per districarsi tra le varie norme che sanciscono le attuali limitazioni per i cittadini in queste settimane di emergenza coronavirus: ad affermarlo è il professor Alfonso Celotto, docente di diritto costituzionale all’università Roma Tre.
“La soluzione – spiega in un’intervista all’AGI – non sta in un nuovo provvedimento scritto in giuridichese, ma possiamo cavarcela con il buon senso, attraverso un aggiornamento costante e chiaro delle Faq”.
Celotto, dunque, sottolinea come il cittadino abbia sempre “bisogno di chiarezza e certezza”: per questo, ricorda “la stele di Hammurabi”, il codice di “Ur-Nammu” in lingua sumera, le “tavole della legge di Mosè” di cui parla la Bibbia, e, per tornare a tempi più recenti, dell’insegnamento dei “padri costituenti” affinché la Costituzione “fosse scritta in modo chiaro, con frasi non lunghe, perché deve parlare a tutti i cittadini”.
Oggi, osserva ancora il costituzionalista, “la burocrazia sta dando una cattiva prova di sé: ne stanno emergendo i difetti classici, amplificati da un periodo di stress e dalla stratificazione di Dpcm, ordinanze regionali e locali, circolari come quella del Viminale. Troppe regole, procedimenti troppo lenti, polemiche e incertezza fuori misura. Il problema emerso ieri riguardo al sito dell’Inps dimostra anche la vecchiezza delle infrastrutture della P.a., dopo i tanti tagli e spending review. Tutto ciò – conclude – crea nel cittadino sconcerto e disaffezione: questa crisi ci faccia rimboccare le maniche e ci porti a tirare una riga, altrimenti rischiamo di annegare nella burocrazia”.
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