Filippo MONTEFORTE / AFP
Venezia
Il Florian e il Gran Caffè Quadri, sontuosi locali storici che risalgono al ‘700, simboli di Venezia, sono chiusi. Così come il 99 per cento dei negozi che si affacciano su piazza San Marco, ferita dall’ultima alta marea di questa mattina. Dove si vedono luci accese, come al Quadri, è perché all’interno si lavora per tornare alla normalità e spazzare fuori l’acqua che si è insinuata ovunque facendo galleggiare cuscini e maschere.
Scope, secchi e stracci sono davanti a ogni vetrina, prendono il posto dei pesciolini di Murano. Tutto intorno alla Basilica (anche questa chiusa, ca va sans dire) c’è una sfilza di saracinesche abbassate: gioiellerie, negozi di souvenir e bar aspettano che il meteo migliori. C’è chi apre a singhiozzo in base alla marea come Fabris, del 1934, e il Bar Aurora, l’unico in piazza ad accogliere i pochi turisti in giro. E c’è chi è impegnato a fare la conta dei danni.
Abbraccia un vaso blu decorato e molto delicato Manuel Tarlà dell’Oro Vetro Murano, quando entriamo nel suo negozio. “Ho perso tutto – dice – tanta merce rotta, sono caduti vasi, nei cassetti avevo oltre mille euro di bigiotteria. Anche se siamo allertati, siamo pronti a una marea fino a 160 centimetri al massimo, quella di mercoledì è arrivata a 185”.
Per adesso si fa pulizia, domani si vede se si riesce a stare aperti. Pochi metri più avanti c’è il negozio Murano Glass di Davide Penzo: “In 54 anni non ho mai visto un disastro come questo – dice all’AGI – cioè con dei picchi di alta marea consecutivi. Sono dieci giorni che andiamo avanti con i piedi nell’acqua”.
Una situazione così preoccupante che Penzo si è organizzato per rimanere in negozio anche di notte: “Dormiamo qui perché se le pompe per buttare fuori l’acqua dovessero andare in corto circuito, possiamo intervenire”.
Chiuso per due giorni ma al lavoro per riallestire la vetrina con orologi e gadget anche Mario Conte, titolare di Vetri d’arte. “Non pensi mai che ci possa essere un’apocalisse come questa – racconta all’AGI – ho salvato il possibile. Questa azienda era di mio padre, una cosa così non l’avevamo mai vista” è il refrain.
Luce accesa e vetrine in ordine da Trevisan, dove la titolare Giorgia non si è fatta intimorire dai cassetti che mercoledì galleggiavano e ha riaperto al pubblico. Dopo tre giorni con picchi di alta marea, piazza San Marco si lecca le ferite e tenta di rialzare la testa. Domani? Si vedrà.
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