Cronaca

Sparatoria in questura a Trieste. Uccisi due agenti

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Due agenti della Polizia di Stato uccisi, un terzo ferito ma non in pericolo di vita: è il drammatico bilancio di un pomeriggio di terrore e morte all’interno della Questura di Trieste, dove un uomo fermato per il furto di uno scooter è riuscito a disarmare un poliziotto e a far fuoco prima di essere a sua volta ferito e arrestato. Le vittime sono Pierluigi Rotta, agente scelto, 34 anni, originario di Napoli, e Matteo De Menego, agente 31enne originario di Velletri (Roma).

Stando alle prime ricostruzioni, l’uomo che ha sparato, originario della Repubblica Dominicana, era stato portato in Questura insieme al fratello per un furto. Dopo che ha ottenuto il permesso di essere accompagnato in bagno, è riuscito a sorprendere un agente che lo sorvegliava e a sottrargli l’arma di ordinanza. Poi ha aperto il fuoco contro di lui e contro altri altri poliziotti nelle vicinanze, rimanendo a sua volta ferito nel conflitto a fuoco che ne è scaturito.

Il malvivente è riuscito comunque a scappare all’esterno dell’edificio, dove ha tentato di entrare in una delle vetture di servizio della Polizia che però era chiusa. Poi è stato raggiunto da altri agenti e bloccato, mentre il fratello era rimasto all’interno della Questura e sembra sia estraneo all’azione. I due agenti feriti gravemente sono stati subito soccorsi ma inutilmente: le pallottole calibro 9 parabellum esplose dalla pistola d’ordinanza Beretta avevano raggiunto organi vitali. 

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La Questura di Trieste

Nelle fasi immediatamente successive alla sparatoria l’intera zona circostante la Questura giuliana è stata ‘cinturata’ dalle forze dell’ordine, anche con l’arrivo di pattuglie di carabinieri che hanno chiuso ogni strada: c’era il dubbio che qualcuno fosse in fuga, armato. Poi è stato tutto chiaro: l’autore della sparatoria era ormai reso inoffensivo, il fratello non era mai intervenuto ed era rimasto bloccato in Questura. È cominciato l’iter investigativo con i rilievi della Scientifica, mentre da Roma sono arrivati a Trieste il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della polizia, Franco Gabrielli.

Unanime il coro di reazioni addolorate e di cordoglio dal mondo della politica, sia a livello nazionale, dalle più alte cariche, a cominciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente della Camera Roberto Fico, a diversi ministri, ai sindacati di Polizia e via via fino alla realtà friulana e triestina. 

Il sindaco del capoluogo giuliano, Giuseppe Dipiazza, ha proclamato per domani lutto cittadino. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso “profonda tristezza” per quella che he definito come una “barbara uccisione”. 

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