Ristorante Diana
Il “tortellino dell’accoglienza” con carne di pollo al posto del classico ripieno di maiale (mortadella, prosciutto crudo e lombo) lanciato dal Comitato organizzatore della Festa di San Petronio, protettore di Bologna, tra cui la Curia e il Comune, fa insorgere i ‘puristi’ della tradizione bolognese e non mancano le stoccate di esponenti del centrodestra. “Snaturano anche i tortellini pur di ammiccare all’Islam”, attacca Lucia Borgonzoni, fedelissima di Matteo Salvini, e candidata per la Lega alle elezioni regionali in Emilia Romagna.
Il tortellino ‘innovativo’ non sostituirà il ‘classico’ ma sarà offerto, insieme all’originale, venerdì prossimo, sul Crescentone di piazza Maggiore: le sfogline con tanto di mattarelli ‘tireranno’ gli impasti insegnando anche ai più piccoli la delicata operazione di ‘chiusura’ dell’ombelico di Venere. Il tortellino al ‘pollo’ “non è stato pensato per sradicare o mettere in discussione la gloriosa tradizione del tortellino bolognese. Si tratta di un tentativo forse ingenuo – ha spiegato all’Agi, il vicario generale dell’arcidiocesi di Bologna, Giovanni Silvagni – di creare qualcosa a cui tutti possono partecipare. È da guardare con simpatia. Il desiderio è che la Festa del Patrono sia di tutti i bolognesi. E i bolognesi non sono solo gli italiani che mangiano carne di maiale. L’intento del Comitato – ha concluso il monsignore – è allargare anche ad altre culture e dare la possibilità di degustare i tortellini anche a chi per qualunque motivo, dieta, salute o legato alla religione, non può mangiare carne di maiale”.
La ricetta del tortellino dell’accoglienza sarà con pollo, ricotta, parmigiano, uova e noce moscata. Non abbiamo tolto nulla alla tradizione bolognese – ha sottolineato all’Agi la presidente dell’Associazione sfogline di Bologna, Paola Lazzari Pallotti – anche perché non vogliamo presentarlo come il tortellino bolognese ma come un prodotto diverso. Noi saremo in piazza ad accogliere tutti, anche chi non può mangiare, per motivi diversi, il maiale. San Petronio è la festa dell’accoglienza”.
L’iniziativa, però, ha assunto anche un rilievo ‘politico’. Come dimostrano le critiche arrivate da esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia. “Questa, per certi, è integrazione, ma per me – lamenta Lucia Borgonzoni – è un’offesa alle nostre tradizioni che nulla ha a che fare con l’integrazione. Poi magari spieghiamo alle anime belle che cercano sempre titoli ad effetto, che bastava fare i tortelloni se volevano essere più ‘Islam friendly’… ma poi – conclude l’esponente del Carroccio – non avrebbero avuto un po’ di polemica da esibire e non avrebbero offeso la cultura di un’intera città”.
Non fa sconti neanche Galeazzo Bignami, deputato e candidato di Fratelli d’Italia alle regionali. “Non è tanto per il tortellino che poi fa anche ridere parlarne. Ma è quel che c’è dietro. Perché il rispetto passa – sottolinea – dalla accettazione, da parte di chi arriva, anche delle piccole tradizioni locali, non della loro rinuncia da parte della comunità che accoglie. E a ben guardare è più colpevole chi rinuncia a quelle identità, di chi chiede di rinunciarvi. Perché chi cede oggi sulle piccole identità – conclude – a maggior ragione cederà domani sulle grandi identità. Semplicemente perché non ha identità”.
Anche Matteo Salvini ha ‘bocciato’ il tortellino dell’accoglienza, con la carne di pollo, per i musulmani che non mangiano la carne di maiale. “Per il rispetto, il vescovo di Bologna, manco un passante, che ha lanciato i tortellini senza carne di maiale. È come dire il vino rosso in Umbria senza uva, per rispetto. Vi rendete conto che stanno cercando di cancellare la nostra storia, la nostra cultura?”, ha chiesto il segretario leghista in diretta Facebook.
“Va bene l’integrazione ma da bolognese il tortellino è in brodo e con il ripieno della tradizione!”. Anna Maria Bernini torna sulla questione cui aveva dedicato un tweet e spiega che “ci saremmo aspettati un’idea un po’ più vincente per promuovere l’accoglienza da parte dell’arcivescovo Zuppi, invece di un ‘attentato’ bello e buono alla cultura italiana, emiliano romagnola e bolognese”. “Un’occasione persa per dimostrare che l’integrazione viaggia su ben altri canali, e soprattutto sui binari dell’accettazione, e non della negazione, delle tradizioni gastronomiche che sono parte integrante dell’identità di un popolo”, aggiunge la presidente dei senatori di Forza Italia.
“Le nostre tradizioni sono di libertà, se Salvini dice che con la libertà si offendono le tradizioni…”. Romano Prodi non si è invece scandalizzato per niente. “L’importante – ha sottolineato il Professore – è che la variante “non sia obbligatoria”, quindi, essendo facoltativa è perfetta”.
Interviene il presidente nazionale dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii) e della comunità islamica di Bologna, Yassine Lafram: “Capisco che siamo in campagna elettorale dove anche il tortellino diventa un ‘cavallo di battaglia’ ma la trovo una polemica ridicola”. Quella del cosiddetto ‘tortellino dell’accoglienza’ è “un’iniziativa lodevole perché non mira ad abbandonare la ricetta tradizionale ma aggiunge un posto a tavola per chi arriva d’Oltremare. Allargare la platea della Festa del Santo Patrono non rappresenta né un abbandono né una rinuncia della propria identità, ma è un arricchimento”.
“Alcune polemiche e strumentalizzazioni non sono accettabili neanche in campagna elettorale. Con la festa di San Petronio continueremo a vivere la tradizione della nostra città e della nostra Chiesa. Sarà come sempre un momento di unità intorno al Padre defensor di tutti i bolognesi”. L’arcidiocesi di Bologna difende naturalmente la propria iniziativa e precisa che l’arcivescovo Matteo Zuppi “ha appreso la notizia del tortellino con carne di pollo solo questa mattina e dai media. Era all’oscuro dell’iniziativa annunciata ieri in conferenza stampa dal Comitato cittadino per le manifestazioni petroniane”.
Il Comitato ha previsto che accanto ai quintali di tortellini conformi alla ricetta depositata – spiega la Curia di Bologna – siano preparati anche pochi chilogrammi senza maiale per chi non può mangiarne per diversi motivi. Nella città in cui il cardinal Farnese nel 1661 emise il bando contro la contraffazione della mortadella con tanto di pene pecuniarie e corporali per i trasgressori, il prossimo cardinale Zuppi non poteva certo cambiare la tradizione”.
Secondo l’arcidiocesi di Bologna “è sorprendente che una fake news sia utilizzata per confondere bolognesi e italiani e tanto più che una normale regola di accoglienza e di riguardo verso gli invitati sia interpretata come offesa alla tradizione. Infatti – conclude – la preoccupazione è che tutti possano partecipare alla festa, anche chi ha problemi o altre abitudini alimentari o motivi religiosi”.
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