Cronaca

Fu il lavoro di 400 mila persone a portare l’uomo sulla Luna

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AFP

Fu un lavoro corale quello che portò, nel 1969, missione Apollo 11 sulla Luna: vi lavorarono decine di aziende e 400 mila persone. Un’impresa che durò 8 giorni, 3 ore e 18 minuti (pari a 195 ore, 18 minuti e 35 secondi). Tra l’agosto 1958 e il luglio 1969, Urss e Stati Uniti eseguirono 73 missioni lunari di cui 41 fallirono. Ma la missione Apollo 11 fu la prima che arrivò all’ambito traguardo: lanciata il 16 luglio 1969 dal Centro spaziale Kennedy di Cap Canaveral alla presenza di un milione di persone, l’allunaggio avvenne il 20 luglio alle 22:56 (ora di Houston, ore 2:56 Gmt del 21 luglio) e il ritorno sulla Terra il 24 luglio.

Il razzo gigante Saturn V – che pesava più di 3000 tonnellate, era alto 110,6 metri e con un diametro di 10,1 metri – riuscì a mettere in orbita verso la Luna 45 tonnellate, il peso totale dei moduli di comando e di servizio dell’Apollo. La navicella coprì 393.309 chilometri per arrivare alla Luna.

Il Modulo di Comando e di Servizio (CSM, Command and Service Module) Apollo – che pesava più di 30 tonnellate – a bordo Neil A. Armstrong, Edwin E. Aldrin e Michael Collins – era costituito dal Modulo di Comando (Command Module, CM) ‘Columbia’ che pesava 6,5 tonnellate, a forma di cono con doppia parete a nido d’ape imbottito di alluminio che rinchiudeva la zona pressurizzata oltre ad un ampio scudo termico sopra la prima parete, consentendo al modulo di resistere al calore.

Lo spazio pressurizzato all’interno del quale i tre astronauti vissero durante la loro missione lunare era di appena 6,5 metri quadri. Il loro contatto radio si chiamava Odyssey. Columbia era il nome scelto in riferimento al romanzo “Dalla Terra alla Luna” di Jules Verne oltre ad essere una figura mitica negli Stati Uniti e forse anche un omaggio al navigatore Cristoforo Colombo.

Nel Modulo di Servizio (Service Module, SM) si trovavano invece tutti gli equipaggiamenti necessari alla sopravvivenza degli astronauti, tra cui il motore di propulsione principale, le fonti di energia, acqua e ossigeno. Lo stemma della missione Apollo 11 era l’aquila reale, con rami d’ulivo nelle sue grinfie, il rapace emblematico negli Stati Uniti.

Il Modulo Lunare (Lunar Module, LM) chiamato Eagle fu quello utilizzato da Armstrong e Aldrin nei pressi della Luna per scendere, soggiornare sulla sua superficie, tornare in orbita e poi,nel Modulo di Comando e Servizio, raggiungere l’astronave Apollo 11 a fine soggiorno. La capsula ‘Eagle’, soprannominata ‘la rana’, era comandata da un computer di 30 chili con un processore di 2,5 MHz, l’equivalente di una calcolatrice tascabile di oggi.

Il piano di discesa – 10 tonnellate – era una scatola ottagonale di 4,12 metri di diametro e 1,65 metri di altezza mentre il piano di risalita di 4,5 tonnellate comprendeva una cabina pressurizzata di 4,5 metri quadri. Il contatto radio era Aquarius. La permanenza nell’atmosfera lunare durò in tutto 21 ore e 36 minuti mentre l’uscita extraveicolare 2 ore e 31 minuti.

Dal sito dell’allunaggio, il Mare della Serenità, Armstrong e Aldrin percorsero un chilometro mentre nel frattempo Michael Collins, il pilota del Modulo di Comando e di Servizio, rimase in orbita lunare. Le tute utilizzate per la prima volta dagli astronauti di Apollo 11 dovevano resistere a temperature estreme, che di notte scendevano a meno 170 gradi.

In tutto i due astronauti raccolsero 21,7 chilogrammi di rocce lunari successivamente esaminate da 150 scienziati di diverse nazionalità. Le pietre lunari di più grandi dimensioni erano dei basalti ricchi in ferro e magnesio cristallizzati tra 3,57 e 3,84 miliardi di anni fa. Per il primo allunaggio la Nasa ha fortemente potenziato i suoi strumenti di trasmissione delle immagini della missione con antenne paraboliche di 64 metri collocate a Goldstone in California e a Parks in Australia, di ricezione dei segnali video emessi dalla superficie lunare.

L’allunaggio e i passi di Armstrong, il primo uomo a camminare sulla Luna, e Aldrin furono trasmessi in Mondovisione, seguiti in diretta da almeno 600 milioni di telespettatori, circa il 20% della popolazione mondiale. Un tasso di ascolto che sarà superato soltanto nel 2011 in occasione del matrimonio tra il principe William e Katherine Middleton, nozze che si tennero sotto gli occhi del 30% della popolazione globale. In tutto 36 emittenti televisive erano presenti nel centro di controllo di Houston, per un totale di .3497 giornalisti accreditati, dei quali 80 italiani. 

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