Mimmo Frassineti / AGF
L’esame di Maturità 2019 al liceo Classico Tasso di Roma
Un, due, tre, via! Oggi alle 8.30 sono iniziati gli esami di maturità. La prova delle prove. La prova della vita, la prova di una vita. Un ricordo indelebile. In un effluvio di tensioni ed emozioni. Ma “quest’anno debutta il nuovo esame di Maturità, riveduto in base alle indicazioni contenute nella legge sulla Buona Scuola. Due soli scritti, un nuovo orale con tre buste come nei quiz tv, più peso ai voti presi nel triennio. Cambiano il tema e la seconda prova, scompare il quizzone” ci avvertiva qualche giorno fa il Corriere della Sera, che oggi nell’edizione di carta traccia anche alcuni consigli su “come arrivare pronti all’esame”.
Ma cosa rimarrà di questa giornata? “Vi dico cosa rimarrà” è il tema di una pubblicità della Scuola Holden fondata dallo scrittore Alessandro Baricco, che appare oggi a pag. 32 de la Repubblica, e che raccoglie la testimonianza di Gabriele Bordogna, uno studente della Holden, che riassume un insieme di sensazioni condensato in un breve elenco, che è parte di una lunga serie di impressioni, esercizio di stile ma anche prova di contenuti degli allievi dello scrittore torinese: “Rimarrete voi, pazzi esaltati davanti a un mondo adulto che potrete non temere più. Rimarrà l’estate più bella della vostra vita”, la conclusione dell’elenco, il cui incipit invece è: “Rimarranno schemi confusi, appunti e post-it nella vecchia cassettiera del ripostiglio. Rimarrà il rumore dei ventilatori sparati a mille sulle scrivanie”… eccetera.
Su Il Foglio Giuliano Ferrara prende spunto dalla nuova fiction Chernobyl su Sky per dissertare di ambiente e inquinamento trent’anni dopo la tragedia ucraina di Kiev, “da buon negazionista, o meglio da negazionista realista convinto per ragioni metafisiche della non signoria dell’uomo sulla sua casa” per dare un consiglio per la prova d’esame, contenuto in verità più nel titolo che nell’articolo: “Ai maturandi darei come tema l’abbassamento umile degli obiettivi che deve darsi l’esistenza umana. Non la divinizzazione di Greta”.
Su La Stampa si può invece leggere un commento su una prova che cambia in tutto tranne che per l’ansia di affrontarla. Un esame che in definitiva “traccia un solco tra chi si era e chi si sarà”. Anche se “non è un certo voto che tratteggia una personalità, l’esame di Stato, con i suoi mille difetti, rimane un’occasione per mettersi in gioco. Al di là dell’obiettivo conclamato di misurare competenze e conoscenze. L’esame è una gran fatica, certo. Sarebbe stupido negarlo o far credere il contrario. Ma alle ragazze a i ragazzi non viene detto abbastanza – perché la prestazione viene prima di ogni altra cosa – che è pure una stupenda opportunità: per sfidarsi, per confrontarsi con l’asticella, per gestire tempi e limiti, per sperimentarsi in una situazione di stress. Anche per sbagliare o sbattere la testa. Insomma, per conoscersi un pochino meglio. E non solo. Perché esiste anche la maturità di chi sa trovare il piacere di dare la maturità. Il piacere di chi si rende conto che è un momento irripetibile”.
In fondo, è anche ciò che resta in ciascuno di questa giornata, più unica che rara.
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