“Un giornalista ha corrotto un poliziotto e riceverà una valigetta piena di documenti sensibili. È il momento di renderlo famoso in maniera diversa da quella che si aspetta”. È questo l’incipit della missione chiamata ironicamente “Breaking news” del videogioco freemium per smartphone Sniper 3D Assassin, in cui al giocatore viene chiesto di sparare e uccidere a un giornalista. Di più: una volta raggiunto l’obiettivo, sopra al cadavere del giornalista compare il messaggio di congratulazioni “Questa è una storia da prima pagina!”. Una missione e un umorismo che hanno scatenato non poche polemiche negli Stati Uniti dopo che, nei giorni scorsi, un cronista del New York Times ha notato il giovane nipote armeggiare con il cellulare con questo gioco e ha twittato pubblicamente il suo sdegno.
My nephew let me play an iPad shooting game with him. He chose the mission: It’s called “Breaking News,” and the objective is to shoot a journalist who just received documents from a police officer.
The goal is to make the journalist “famous in a different way.” pic.twitter.com/nQy4Hzq97r
— Lil Uzi Hurt (@lostblackboy) May 18, 2019
Il tweet del cronista ha attivato il tam tam sui social che ha portato al rapido epilogo della vicenda. Dopo essere stati contattati da HuffPost America infatti, gli sviluppatori di Tfg Co. hanno deciso di eliminare la missione dal gioco. “Il nostro è un gioco di finzione destinato a un pubblico adulto – ha spiegato Michael Mac-Vicar, Cto della compagnia – In Tfg lavoriamo per creare giochi che offrano divertimento e intrattenimento agli utenti di tutto il mondo. Per questo prendiamo molto seriamente il feedback dei nostri giocatori e, dopo aver ascoltato la nostra comunità, abbiamo deciso di rimuovere la missione “Breaking News” dal gioco”.
Il “lieto fine” della vicenda solleva però ancora una volta alcune domande sul difficile rapporto tra stampa e videogiochi. Come spiegato dagli sviluppatori, e come è possibile verificare in prima persona visitando la pagina del gioco su Google Play e App Store, Sniper 3D Assassin è in effetti un videogame consigliato solo a un pubblico adulto con tanto di indicazione “Pegi 18” e più del suo contenuto dovrebbe preoccupare la facilità con cui i bambini riescono ad accedervi, in alcuni casi anche per “omesso controllo” da parte dei genitori.
Si tratta infatti di un gioco che, come già il titolo e le immagini promozionali chiariscono, permette di simulare le azioni di un cecchino impegnato in compiti di diverso tipo e che spettacolarizza le esecuzioni a distanza: la maggior parte delle missioni richiede di uccidere terroristi o criminali, ma non mancano gli incarichi da “vigilantes” al di sopra della legge. Difficile insomma sostenere che questo gioco “promuova” l’omicidio dei giornalisti senza affermare parallelamente che stimoli le persone a impugnare un fucile di precisione per sparare ai criminali. Il rischio di tornare per l’ennesima volta alle superficiali polemiche che periodicamente accompagnano i giochi violenti, primo fra tutti Grand Theft Auto, è insomma piuttosto concreto.
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